«Solo politiche industriali di visione ampia e lungo respiro e una nuova generazione di lavoratori qualificati potranno frenare la crisi di settori così strategici per il Veneto come tessile, moda e componentistica automotive, e garantire un modello di sviluppo competitivo e sostenibile». Così il segretario generale Stefano Zanon, riconfermato anche per i prossimi quattro anni alla guida di Femca Cisl Veneto, la categoria che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori dei settori energia, moda, chimica e affini. Ad eleggerlo l’Assemblea dei delegati della federazione riunita lo scorso mercoledì e giovedì a Caorle (Venezia) per il 7° suo Congresso regionale dal titolo “Le parole del cambiamento. Partecipazione, competenza, sicurezza, coraggio”. Accanto a lui restano in Segreteria Giuseppe Callegaro di Dolo (Venezia) e Simona Puzzo di Treviso.
«Si tratta di settori che generano quote importanti di Pil e valore occupazionale, e vedono numerose eccellenze imprenditoriali – ha spiegato Zanon –. Anche per questo, una rete produttiva che vuole fungere da modello non può sottrarsi dall’utilizzare energie pulite e rinnovabili, potendo però contare su una politica comunitaria in grado di calmierarne i prezzi e stabilire equilibri pure in termini di accesso e sicurezza delle risorse stesse». «Perché la sostenibilità non può diventare un ostacolo alla competitività industriale – rimarca ancora – e le trasformazioni oggi in atto non possono avvenire a discapito dei lavoratori. Serve perciò scongiurare una riconversione industriale squilibrata che comprometta settori chiave come la manifattura e l’automotive, già colpiti da una crisi che rischia di essere strutturale e non più solo di congiuntura. E di fronte a queste sfide, il sindacato ha un ruolo cruciale: se vogliamo contribuire alla costruzione di un’industria forte e giusta, dobbiamo infatti garantire innovazione e sostenibilità in sinergia con diritti, salari dignitosi e sicurezza nel lavoro».
Nato a Belluno nel 1971, cadorino di adozione, Zanon è iscritto a Filta Cisl dal 1995. Nel 1996 inizia la propria attività sindacale come delegato sindacale rsu (rappresentanze sindacali unitarie) e dal 2000 è sindacalista a tempo pieno prima per Filta Cisl (allora categoria della filiera della moda) e poi per Femca Cisl di Treviso, di cui diventa segretario generale nel 2009. Dal 2015 è segretario generale di Femca Cisl Veneto.
Tra le sfide della neoletta Segreteria, quelle di aumentare la rappresentanza in tutti i comparti della federazione ed estendere la contrattazione di secondo livello sia aziendale che territoriale, allargando la partecipazione dei lavoratori nelle imprese; puntare sulla formazione per supportare con rinnovate capacità contrattuali i cambiamenti del mondo del lavoro determinati dalle transizioni energetiche e tecnologiche; potenziare l’azione sindacale per annullare le differenze di genere ancora esistenti. E ancora, sviluppare una nuova cultura della sicurezza, che diventi vero e proprio obiettivo educativo fin dalle scuole dell’obbligo.
E del valore della partecipazione dei lavoratori ha parlato anche il segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini, che nel suo intervento ai lavori ha detto: «La sua realizzazione nella gestione delle imprese dipende da noi. Abbiamo nelle mani un’occasione storica per superare il conflitto capitale e lavoro, per aumentare i salari, rafforzare la sicurezza e distribuire la ricchezza prodotta dal lavoro stesso» «Non c’è più tempo – ha aggiunto –: andamento demografico, sostenibilità sociale, attrattività del territorio ci impongono di accelerare e rafforzare il nostro ruolo nei luoghi di lavoro per affrontare le grandi transizioni in atto compresa quella industriale dei nostri territori»».
Sono quasi 15.100 complessivamente nel 2024 gli iscritti di Femca Cisl Veneto, con un deciso incremento di quelli del settore energia nell’ultimo triennio. Un comparto, quello rappresentato dalla categoria, che nel suo insieme nel 2024 conta 14.530 imprese registrate e vede 26.720 nuove assunzioni, e nel 2023 circa 161.685 lavoratori dipendenti (ultimi dati disponibili, fonti rispettivamente: Infocamere Movimprese, Veneto Lavoro e Inps).
Con 8.156 imprese registrate nel 2024 e 69.509 lavoratori dipendenti nel 2023, il comparto moda è tra i più significativi e trainanti per l’economia della nostra regione. Un sistema che mostra da tempo ormai chiari e assai preoccupanti segnali di crisi, a partire dal progressivo calo del numero di imprese registrate (-4,9% rispetto al 2023, percentuale che arriva a ben -18,7% se confrontiamo con il 2019, prepandemia) e delle nuove assunzioni di lavoratori dipendenti (-17,2% rispetto al 2023 e -15,6% rispetto al 2019), ma anche dal saldo negativo tra assunzioni e cessazioni pari a -2.200 nel 2024 (+75 nell’anno precedente).
Un comparto che palesa in misura importante le sue criticità anche sul fronte degli ammortizzatori sociali, avendo visto crescere del 61% nel 2024, rispetto all’anno precedente, le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate, passate da 6.488.226 nel 2023 a 10.446.890, pari a ben il 15% delle ore totali autorizzate in Veneto nello stesso anno. Infine, 9 i casi di crisi aziendali gestite nel 2024, ossia il 13% del totale nella nostra regione, vedendo interessati 917 lavoratori (fonte: Unità di crisi Veneto Lavoro, Regione del Veneto).
Presente anche il segretario generale di Femca Cisl nazionale Nora Garofalo che ha chiuso il dibattito nella seconda mattinata di Congresso.
L’appuntamento di oggi rientra tra i Congressi delle varie categorie regionali e dei territori provinciali che porteranno il 15 e il 16 maggio all’assemblea regionale di Cisl Veneto.