Carichi di lavoro insostenibili, carenza di personale, eccessivo peso del prodotto, insufficiente rotazione alle postazioni, malattie professionali in aumento, scarsa disponibilità da parte dell’azienda al confronto con le organizzazioni sindacali e i lavoratori sul tema salute e sicurezza. Sono alcuni dei motivi che hanno spinto le sigle sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil territoriali a dichiarare lo stato di agitazione allo stabilimento dell’Agricola Tre Valli di Vazzola, con sciopero per l’intera giornata di oggi, lunedì 31 marzo, e presidio davanti al sito di Vazzola. A incrociare le braccia, più del 90%dei 450 lavoratori, di cui 338 hanno contratti stabili e 112 a tempo determinato. Al centro della protesta, l’atteggiamento dei dirigenti di stabilimento riguardo ai problemi da mesi denunciati da sindacati, Rsu e lavoratori, definito quanto meno poco collaborativo da parte di Flai, Fai e Uila.“C’è un problema di fondo – spiegano Barbara Zunnui della Flai Cgil Treviso, Andrea Meneghel della Fai Cisl Belluno Treviso e Michele Gervasutti della Uila Uil Treviso Belluno – legato ai carichi e ai ritmi di lavoro ormai insostenibili, che impattano pesantemente sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Lo dimostrano diversi fattori: l’aumento delle malattie professionali dovute alla cronicizzazione di alcune patologie riguardanti soprattutto arti e schiena, il forte assenteismo per malattia (intorno al 10%) e le numerose dimissioni volontarie, una ventina negli ultimi mesi. I dipendenti sono allo stremo, affaticati da carichi eccessivi, lavori con movimenti ripetitivi e rotazioni non sempre effettuate, mancanza di organizzazione e soprattutto di risposte da parte dell’azienda”. La proprietà, il Gruppo Veronesi, l’anno scorso ha avviato una procedura di mobilità volontaria: un’uscita incentivata per i lavoratori a cui mancavano due anni al requisito pensionistico. Un’operazione formalmente finalizzata al ricambio generazionale, ma che nei fatti si è rivelata una riduzione di personale, perché le uscite (24) non sono state compensate con nuove assunzioni. “La diminuzione del personale con l’aumento del carico lavorativo – sottolineano Flai, Fai e Uila – ha acuito i disagi: il personale è passato dai 482 dipendenti del 2023 ai 450 del 2024, dei quali uno su quattro è a tempo determinato. È evidente come la carenza di personale si riversi ulteriormente sulle condizioni lavorative dell’organico”. Dall’azienda sindacati e lavoratori attendono risposte e azioni concrete. “Chiediamo – concludono – che vengano affrontate tutte le questioni, a partire da quelle legate alla salute e alla sicurezza: rotazione delle postazioni, verifica del peso del prodotto, riduzione della velocità delle linee, integrazione del personale dimissionario, riduzione dei carichi di lavoro, chiarezza sulla politica occupazionale”.