Inps, l’assemblea delle Organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Unsa, Flp, Usb e Confintesa e delle Rsu del Veneto ha dichiarato lo stato di agitazione per l’assoluto disinteresse da parte della direzione centrale di Roma per l’operatività delle sedi e per le ricadute sui servizi istituzionali del territorio, prodotti dal disastro organizzativo che consegue le insufficienti assegnazioni di personale nelle sedi venete. In tutte le sedi Inps del Veneto mercoledì 5 aprile 2023 dalle 10.30 alle 12.30 si terranno assemblee del personale per la gravissima carenza di personale. A Belluno, dalle 12 alle 12.30 si terrà un presidio all’esterno della sede della Direzione Provinciale.In provincia di Belluno la situazione dell’organico è allarmante. Il numero dei dipendenti si è ridotto della metà nell’arco di 4 anni, con la perdita di 45 lavoratori su 98 dal 2019 ad oggi per effetto dei tanti pensionamenti che non sono stati compensati con nuovi ingressi a causa del blocco delle assunzioni. Ad oggi i dipendenti sono appena 53, ma la mancanza di personale amministrativo, tecnico, medico e legale è destinata a peggiorare perché nel 2023 sono previsti altri 5 pensionamenti.La situazione è paradossale: entro fine anno l’Inps conta di assumere oltre 4 mila nuovi dipendenti in tutta Italia, ma i criteri di ripartizione che verranno seguiti per dislocare questo personale in tutte le sedi penalizzano fortemente alcune regioni, tra le quali il Veneto, dove sono previsti appena 206 nuovi assunti. Per la provincia di Belluno i posti assegnati sono 11, numero insufficiente a soddisfare il fabbisogno di risorse umane dell’Inps territoriale, che ha già riferito l’intenzione di trasformare la sede di Feltre in punto informativo.“Non si capiscono – spiegano Andrea Fiocco della Fp Cgil Treviso, Mario De Boni della Cisl Fp Belluno Treviso e Antonio Osellame di Uil Pa Veneto – le logiche della direzione di Roma che evidentemente non tengono assolutamente conto delle esigenze degli utenti del territorio. Queste gravi carenze di organico graveranno sui servizi di prossimità all’utenza con la probabile chiusura delle sedi periferiche. Ormai si lavora nell’emergenza e il rischio è che non vengano più erogati servizi adeguati alle esigenze di cittadini, pensionati e lavoratori. Abbiamo deciso di avviare la mobilitazione del personale perché la situazione è davvero critica: le assunzioni previste non bastano a colmare la voragine che si è creata in questi anni, mancato turn-over, pensionamenti”.La giornata del 5 aprile sarà la prima di altre iniziative che le sigle sindacali contano di organizzare anche per far comprendere all’utenza il fatto che il cattivo funzionamento dei servizi non è colpa di chi sta allo sportello, ma di una programmazione errata dei vertici dell’Istituto che penalizza fortemente i servizi di prossimità e che puntano ad una centralizzazione delle attività.