Lunedì 24 e martedì 25 i lavoratori della Berco di Castelfranco incrociano nuovamente le braccia per altre due giornate di sciopero da 8 ore l’una. In entrambe le giornate i lavoratori e le lavoratrici daranno vita a un presidio a partire dalle 7 davanti ai cancelli dell’azienda, al quale i rappresentanti di Fim Cisl Belluno Treviso e Fiom Cgil Belluno invitano tutti i lavoratori e le lavoratrici a partecipare numerosi. Nella mattinata di martedì dalle 8.30 alle 10.00 si svolgerà un’assemblea con i rappresentanti sindacali.Oltre alla disdetta della contrattazione aziendale, che dal 1°marzo porterà alla riduzione degli stipendi dei lavoratori, l’azienda ha infatti nuovamente aperto una procedura di licenziamento per 247 dipendenti del sito romagnolo. Dopo la recente mancata partecipazione dei vertici aziendali al tavolo convocato dal Ministero per fare chiarezza sulla crisi, la situazione si fa dunque sempre più tesa. Mentre martedì i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm saranno nuovamente a Copparo per chiedere all’azienda di ritirare la procedura di esubero e gestire la difficile situazione con l’uso degli ammortizzatori sociali e senza procedure unilaterali, a Castelfranco Veneto cresce la preoccupazione.Nello stabilimento trevigiano dell’azienda che produce sottocarri per macchine movimento terrai 150 lavoratori sono in cassa integrazione ordinaria. Il cuscinetto dell’ammortizzatore sociale però si concluderà nel mese di maggio e il timore da parte di Fiom e Fim territoriali è che successivamente anche a Castelfranco l’azienda dichiari esuberi. Martedì, Massimo Civiero della Fim Cisl Belluno Treviso e Massimo Baggio della Fiom Cgil Treviso saranno davanti ai cancelli della Berco a partire dalle 8.30 per un’assemblea con i lavoratori, durante la quale aggiorneranno sullo stato della vertenza in corso e decideranno come procedere in relazione alla situazione che si trascina ormai da ottobre 2024.“La misura è colma – dichiara Civiero della Fim – Non è più accettabile lasciare i lavoratori in sospeso senza un futuro. Il consiglio di amministrazione della Berco e la casa madre ThyssenKrupp devono chiarire quale sarà il destino dell’azienda e dei 150 dipendenti del sito castellano. Per noi, le professionalità non vanno disperse: è necessario rilanciare l’azienda con investimenti, anche in settori strategici come la Difesa, dove riteniamo di avere competenze consolidate”. “Come già emerso nell’ultimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy – aggiunge Baggio della Fiom Cgil – chiediamo che anche le istituzioni territoriali e nazionali intervengano per garantire certezze su un patrimonio di conoscenze e tecnologie che non può e non deve essere ridotto a un semplice costo da tagliare, svilendo così una storia che è tra le più lunghe per i lavoratori della città del Giorgione”.