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Veneto. Sindacato: ”Logistica in Polesine. Impresa e istituzioni pronti a fare sinergia”

Pubblicato il 14 Ott, 2022


Il sistema logistico polesano oggi sotto la lente di ingrandimento di sindacato, istituzioni e impresa, oggi nella sala del Grano di Rovigo con il convegno organizzato dalla Cisl Padova Rovigo e dalla Fit Cisl Veneto. L’incontro, intitolato “La logistica in Polesine: quale modello per un buon insediamento? Fotografia attuale, prospettive ed opportunità”, è stato introdotto dai saluti del segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin. «E’ un momento importante per il Polesine e in particolare per la logistica – ha detto – che può veramente diventare un valore aggiunto di tutto il territorio, ma che presenta anche tante criticità. Il lavoro che dovremo fare nei prossimi anni è enorme. Su temi come la Zls e il ruolo dell’interporto è necessario fare sinergia tra sindacato, impresa e istituzioni per lo sviluppo del territorio, che altrimenti andrà incontro all’impoverimento fisico e del lavoro. Noi siamo disponibili, anche per evitare che la logistica porti più problemi che vantaggi e per programmare uno sviluppo a 360 gradi».Hanno portato un saluto anche Rosa Correale, viceprefetto vicario di Rovigo, Paolo Avezzù, vicepresidente del Cur, il neo senatore Bartolomeo Amideie il presidente della Provincia di Rovigo Enrico Ferrarese, che ha annunciato la convocazione a breve del tavolo per lo sviluppo del Polesine, come chiesto più volte dal sindacato. Il tema del convegno è stato introdotto dal segretario generale della Fit Cisl del Veneto Claudio Capozucca, che ha inquadrato il settore nel contesto nazionale. Un settore che conta 2 milioni e mezzo di lavoratori, produce il 10% del Pil nazionale, al quale il Pnrr ha destinato 62 miliardi di euro. E che soffre di pesanti criticità come la dimensione delle imprese. «Al netto delle multinazionali – ha detto Capozucca – la media è di 9 dipendenti per impresa. Si applicano diversi contratti. Non possiamo fermare questo processo. Il nostro obiettivo dev’essere il lavoro, che sia lavoro vero. I giovani devono avere la prospettiva di un salario decente e possibilità di carriera. E’ una battaglia di tutti. Sappiamo che il sindacato a volte viene percepito come ostacolo allo sviluppo aziendale. Questo apre la porta a infiltrazioni mafiose, lavoro nero, sindacati privi di rappresentanza. Dobbiamo tradurre tutto questo in azioni concrete, partendo da accordi sul territorio. Credo che da questo impegno possa essere di stimolo anche a livello nazionale».La prima ad intervenire nella tavola rotonda è stata la segretaria territoriale della Cisl Padova Rovigo Francesca Pizzo: «Quest’area ha grandi potenzialità di sviluppo – ha detto – che può diventare sviluppo sostenibile. E’ servita da una rete stradale e ferroviaria adeguata, che andrà comunque potenziata per rispondere alle nuove esigenze. Tra queste abbiamo la Zls, che prende in esame anche le capacità di insediamento. Un aspetto importante, se pensiamo ad Amazon, che abbiamo visto fin dall’inizio come un insediamento non gestito. I lavoratori sono arrivati da diverse parti d’Italia. San Bellino è stata presa d’assalto per gli affitti. Per la programmazione, abbiamo posto da tempo l’accento sulla contrattazione sociale anche nei Comuni, anche per creare sinergia nella realizzazione di una rete di servizi. Vogliamo vedere nella logistica una grande opportunità anche grazie alle nuove misure come i Gol (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), ma si dovrà lavorare sulla sostenibilità, che sarà uno dei temi fondamentali per tutti i settori, sull’informatizzazione e la digitalizzazione». Il vice presidente di Confindustria Venezia Rovigo Paolo Armenio ha messo l’accento sulla difficoltà di fare impresa: «Se oggi in Italia è difficile fare impresa, nella nostra provincia è ancora più difficile. Quando abbiamo saputo dell’approvazione della Zls la reazione è stata di preoccupazione. I nostri imprenditori non ricevono risposte dalla pubblica amministrazione. Per la logistica del futuro dobbiamo essere in grado di creare insieme al sindacato e agli imprenditori le nuove professionalità che saranno il futuro del nostro sistema, valorizzando le nuove competenze».Per la consigliera regionale Laura Cestari, «qualcosa si sta già facendo con questo convegno. Le aspettative per la Zls guardano a qualcosa di strutturale. Non possiamo chiuderci nei campanilismi e dobbiamo fare sinergia a più livelli. Stiamo cercando di porre le basi per uno sviluppo che vada al di là di qualche contributo una tantum. Nel futuro vedo l’internet delle cose, nuove competenze, ecosostenibilità, interconnessione». Per Luca Montagnin, presidente Cna Padova e Rovigo, «dobbiamo fare un lavoro insieme per rendere il territorio più competitivo e migliorare le condizioni di lavoro. Le infrastrutture che andranno fatte dovranno tenere conto delle esigenze del futuro. Dobbiamo prepararci al mercato che verrà». Per Francesco Antonich, vicedirettore della Confcommercio Unione metropolitana di Venezia, «il Polesine può essere un territorio agricolo, logistico e industriale. La Zls dovrà essere un’area inclusiva dove si sperimenta eccellenza, programmazione e correttezza. Invito il vicepresidente Armenio a lavorare insieme. Ci sono un sacco di cose da fare. Oggi le associazioni di categoria sono dei collettori sociali e c’è bisogno di dialogare con i nostri cittadini. Bisogna andare verso una programmazione condivisa che velocizzi le peculiarità di ciascuno. C’è un paese da “spostare”».Le conclusioni sono state affidate al segretario confederale Andrea Cuccello, che ha proposto «un accordo a livello provinciale, con Comune, Provincia, Regione, associazioni datoriali, per eliminare il massimo ribasso negli appalti, perché massimo ribasso vuol dire risparmiare sulle persone e a volte perfino sulla loro vita. Nella filiera delle piccole imprese – ha spiegato – c’è un problema di diritti del lavoro che vengono sistematicamente calpestati. E’ un settore dequalificato, povero, dove si inserisce il caporalato e sindacati spuri. L’impegno che dobbiamo prendere è rivedersi con questo obiettivo e con una visione che guardi alla comunità. Dobbiamo guardare alle dinamiche demografiche, che quando parliamo di infrastrutture sono fondamentali. Va impostata una grande azione sinergica tra governo nazionale, regionale e locale per mettere a fuoco quale tipo di sviluppo vogliamo. Dobbiamo creare le condizioni per le giuste sinergie sul territorio, anche al di fuori delle dimensioni provinciali». 

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