11 giugno 2018. «La realtà è ben diversa da quella che viene raccontata. Nei reparti si fatica a coprire i turni e i lavoratori assunti non sono sufficienti», avvertono Fp Cgil Modena, Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale e Uil Fpl Modena e Reggio.
Ricordiamo che a fine maggio l’Ausl Modena ha informato i cittadini che questa estate non ci saranno riduzioni di attività, che i servizi e gli ospedali a gestione diretta (Carpi, Mirandola, Pavullo e Vignola) funzioneranno a pieno regime. Per rendere possibili le aperture estive ci saranno “dotazioni nettamente superiori a quelle dello scorso anno (…) grazie all’incremento significativo del personale infermieristico”.
«I toni trionfalistici utilizzati dall’Ausl Modena non si addicono a quanto in realtà avviene nei reparti – affermano Fp Cgil Modena, Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale e Uil Fpl Modena e Reggio – I piani ferie dei lavoratori sono stati autorizzati con gravissimo ritardo; nonostante il periodo feriale iniziasse dal 4 giugno, gli stessi lavoratori a metà maggio non avevano certezza delle loro ferie. Ricordiamo che in ambito sanitario le ferie estive ricoprono un momento fondamentale per il recupero psico-fisico: parliamo di lavoratori che spesso hanno accumulato tra i 60 e i 100 giorni di ferie arretrate, per non parlare delle ore di straordinario effettuate e mai fatte recuperare».
Per i sindacati il personale assunto che, unitamente a quello di ruolo, dovrà garantire i servizi, è personale interinale e sarà immesso in reparto praticamente senza un periodo di affiancamento, nonostante la procedura aziendale preveda un periodo di 15 di giorni. Per non parlare poi del personale immesso in turno al primo impiego in Ausl, che rischia di essere mandato letteralmente allo sbaraglio.
«In quanto alle “dotazioni nettamente superiori”, invitiamo l’Azienda a una maggiore cautela: non è che le dotazioni sono diventate “nettamente superiori” perché prima erano nettamente inferiori? – chiedono Cgil Cisl Uil – Siamo di fronte a un piano ferie che si basa quasi esclusivamente su una previsione di benevolenza: la speranza che i posti letto non siano tutti occupati, che i lavoratori non abbiano periodi di malattia, che nessuno debba assentarsi improvvisamente».
I sindacati sottolineano che un’adeguata assistenza è fatta non solo dalla quantità di servizi erogati, ma anche di qualità. La qualità delle prestazioni è fatta anche della qualità delle condizioni di lavoro all’interno delle quali operano i professionisti.
Anche il personale amministrativo è fortemente in difficoltà, continua a non essere sostituito e, quando cala per pensionamenti o trasferimenti, i carichi di lavoro ricadono sul restante personale.
In questo contesto, poi, la direzione aziendale decide di avviare un importante riorganizzazione del modello organizzativo assistenziale basato sul Primary Nursing. «Il progetto coinvolgerà circa 40 unità operative e indubbiamente si tratta di un’enorme innovazione, ma era proprio necessario partire subito, in pieno periodo di ferie estive? – chiedono i sindacati – Così le cose non vanno e continuiamo a ricevere, sia dagli operatori che dai coordinatori, segnalazioni di gravi difficoltà che essi si trovano ad affrontare nella gestione quotidiana a causa della cronica carenza di personale.
L’assistenza di qualità non può prescindere dalla presenza reale e continua delle necessarie risorse di personale, a cui occorre garantire i riposi e le ferie.
Invitiamo, pertanto, l’Azienda ad ascoltare di più i lavoratori e a trascorrere più tempo nei servizi per rendersi conto di come operano i professionisti in prima linea.
Questa direzione aveva promesso il cambiamento, ma notiamo ancora molta improvvisazione. Purtroppo, ancora non si vede una regia e una strategia per i dipendenti del comparto, si inseguono solo le emergenze. Ci pare che questa direzione – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – sia molto più attenta a curare la propria immagine, piuttosto che la sostanza».