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Emilia Romagna. Sindacati: “Mirandolexit. No a ipotesi uscita Mirandola da Ucman”

Modena, 28 febbraio 2020. «Dopo l’emergenza virus ci mancava soltanto una nuova lacerazione al tessuto sociale del nostro territorio, prodotta dalla possibile uscita di Mirandola dall’Unione Comuni Area Nord, che porterebbe inevitabilmente alla fine di questa esperienza». 
Lo affermano i responsabili Area Nord della Cisl Emilia Centrale Carlo Alfonso Preti, della Cgil Modena Massimo Tassinari e della Uil Modena-Reggio Emilia Enio Superbi, commentando l’ipotesi di una “Mirandolexit” ventilata dal parlamentare della Lega Guglielmo Golinelli. 
«Parliamo di un’istituzione che ha molte lacune e che ha necessità di migliorare la propria organizzazione per produrre servizi più efficaci – ammettono i tre sindacalisti – L’Ucman è stata vissuta inizialmente come un appesantimento burocratico, ma nel tempo ha garantito servizi socio-sanitari di qualità, erogati in modo equo agli anziani, minori e altre fasce deboli della popolazione. Lo stanziamento di risorse ingenti (circa 30 milioni di euro l’anno) subirebbe una pericolosa riduzione con il venir meno dei contributi regionali, pertanto ogni Comune dovrebbe trovare risorse proprie, per garantire le stesse prestazioni di oggi, ben sapendo che siamo ancora in presenza di tagli da parte dello Stato». 
A preoccupare Cisl Cgil Uil sono possibili aumenti delle rette e tariffe a carico dei contribuenti, che potrebbero scattare venendo meno le cosiddette “economie di scala” ottenute accorpando attività e servizi. 
«Ci chiediamo – continuano Preti, Tassinari e Superbi – come potrebbero essere realizzati i Piani sociali di zona che regolano l’assistenza domiciliare, gli assegni di cura, le microstrutture, i trasporti sociali, gli interventi per la non autosufficienza e l’edilizia popolare. Per non parlare della sanità, che oggi non può certo essere organizzata a livello comunale: come potrebbe migliorare di fronte a richieste provenienti da posizioni spesso contrapposte»? 
A parere di Cisl Cgil Uil avrebbe dovuto essere individuato da subito un assessore Ucman alla Sanità e non si comprendono le dinamiche che lo hanno impedito, pur sapendo che il presidente può disporne la nomina in piena autonomia, perfino indicando sé stesso. 
«Condanniamo decisamente l’attacco rivolto al personale dipendente che abbiamo letto sui giornali, in qualsiasi ruolo si trovi, perché lo troviamo offensivo della professionalità espressa e lesivo dell’onestà intellettuale – aggiungono i responsabili Cisl Cgil Uil dell’Area Nord – Fino a prova contraria, i lavoratori non possono essere incolpati di azioni mai riscontrate. A questo proposito, ci lascia perplessi la superficialità che emerge nel trascurare il tema della ricollocazione nei Comuni di provenienza dei dipendenti, compresi quelli assunti direttamente dall’Unione, che risulta molto difficile per la normativa vigente. Riteniamo molto più utile superare le storiche divisioni tra “campanili” per unire, invece, le forze, cercando di sviluppare a pieno le potenzialità dell’Unione Comuni Area Nord e investire al fine – concludono Preti (Cisl), Tassinari (Cgil) e Superbi (Uil) – di garantire un futuro a servizi che migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini».

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