Bologna, 2 marzo 2020. “E’ inaccettabile che una grande azienda come Trenitalia-Tper addossi a un capotreno una propria evidente responsabilità, specie quando in ballo ci sono delicate ragioni di sicurezza. Un comportamento che ha peraltro ingenerato un pericoloso attacco mediatico, anche da parte di istituzioni locali, verso chi quotidianamente ha l’enorme responsabilità di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dei viaggiatori e degli stessi lavoratori. Una condotta, quella di Trenitalia-Tper, che rischia di aggravare la già delicata questione delle aggressioni nei confronti del personale di treni e stazioni”.
E’ quanto afferma Aldo Cosenza, segretario generale Fit Cisl ER, nel commentare quanto avvenuto giovedì scorso sul treno che da Codigoro porta a Ferrara, quando il treno 90360, di norma attrezzato per il trasporto pubblico delle biciclette, per un improvviso guasto tecnico, è stato sostituito con un mezzo più vecchio che non disponeva di spazi predisposti per le bici. Vicenda che ha giustamente indotto il capotreno, come da regolamento, “a consultare preventivamente la sala operativa e il ‘responsabile reperibile’ di Trenitalia-Tper, organismi che hanno negato l’autorizzazione a caricare le bici perché ‘non vi sarebbero state le condizioni indispensabili e necessarie’ per garantire la sicurezza a bordo treno”.
“Invece, incredibilmente – attacca Cosenza – Trenitalia-Tper ha scaricato sul capotreno la responsabilità del mancato trasporto a bordo di tre ciclisti in attesa, come ahimè risulta in tutt’evidenza dall’articolo “Bici lasciate giù dal treno, Trenitalia si scusa”, pubblicato su Il Resto del Carlino di sabato 29 febbraio”.
“Un atteggiamento da Giano bifronte, dove si sceglie la faccia della medaglia più comoda all’occorrenza. Tanto che, per essere precisi, proprio un anno fa, in un episodio del tutto analogo, al capotreno in servizio che aveva autorizzato il trasporto delle bici su un mezzo che non le prevedeva era stata comminata una sonora sanzione”, continua il sindacalista.
“Nel nostro Paese il trasporto di persone e merci è disciplinato da regolamenti precisi, norme alle quali il personale assunto presso le aziende che si occupano di trasporto su ferro deve attenersi, tanto che per conseguire le necessarie abilitazioni previste si è tenuti a seguire dei corsi professionali con superamento di prove. Troppo facile e irrispettoso – continua Cosenza – fare il gioco delle tre carte e banalizzare il lavoro svolto ogni giorno con professionalità e dedizione dai capotreno e dai macchinisti”.
“Al di là dei capziosi salti carpiati mediatici messi in mostra da Trenitalia-Tper, quello che veramente occorrerebbe chiedersi è il motivo del guasto che ha necessitato la sostituzione del treno previsto con uno diverso. E di conseguenza: è stato rispettato pienamente il Patto del TPL (trasporto pubblico locale) regionale, siglato tra sindacati, istituzioni e aziende? Accordo in cui si erano previsti cospicui investimenti per l’acquisto dei nuovi treni dedicati al trasporto pubblico locale su ferro in Emilia Romagna, tutti peraltro dotati di spazi appositi per bici normali ed elettriche”, prosegue il dirigente sindacale.
“Siamo stati tra i primi a proporre e sostenere come sia indispensabile la progettazione e l’attuazione di una mobilità integrata che possa agevolare pendolari e turisti, ma ciò non può e non deve essere fatto a scapito della sicurezza dei viaggiatori, del lavoro e dei lavoratori. Una delle priorità ineludibili che deve essere il punto di partenza anche della neonata società del ferro Trenitalia-Tper. Una nuova società che su questa tema giovedì scorso è purtroppo inciampata in un episodio che non le fa certo onore, ma che ci auguriamo resti isolato”.