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Lazio. Ama, appalto utenze non domestiche, domani lo sciopero e il presidio in Campidoglio dei lavoratori. Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel: “Licenziamenti e crisi della raccolta. Servono interventi risolutivi per il lavoro e per i servizi”

Pubblicato il 11 Apr, 2019

Roma, 11 aprile 2019 – Una situazione difficilissima che mette in crisi il lavoro e ricade su AMA: l’appalto della differenziata porta a porta per le utenze non domestiche, affidato all’ATI costituita da Roma Multiservizi, Isam e Sea, si sta rivelando fallimentare. A detta delle aziende le utenze realmente coperte dal servizio sarebbero la metà di quelle previste dal capitolato e questo comporterebbe un fatturato minore del previsto. Le società hanno già ridotto il personale e adesso annunciano ulteriori licenziamenti e tagli sui mezzi. Col risultato che AMA – già in pessime condizioni – si trova a coprire con proprie risorse un servizio affidato all’esterno.

“L’appalto avrebbe dovuto aumentare i livelli di raccolta differenziata e potenziare la forza lavoro – dichiarano Natale Di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco, Segretari generali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel Roma e Lazio – ma si è rivelato un flop. Prima la Sea, che non ha rinnovato i contratti di 19 lavoratori in somministrazione, poi il licenziamento collettivo di 36 lavoratori della Isam e la ricollocazione di 50 operatori di Roma Multiservizi. Ricollocazione a sua volta non priva di incertezze, perché anche le altre commesse della società sono in scadenza. I lavoratori sono a rischio e AMA, i cui dipendenti sono in stato agitazione per le tantissime incognite che ancora gravano sul futuro della partecipata e rendono difficile l’ordinaria gestione dei servizi peggiorando le condizioni di lavoro, non affronta i problemi. È una delle tante criticità ormai insostenibili per un’azienda pubblica ancora senza vertici e in enormi difficoltà. Domani i lavoratori delle aziende in appalto sciopereranno e saranno in presidio al Campidoglio dalle 9 alle 13”.

“In questi mesi è stato impossibile avere un tavolo per provare a uscire da questa impasse e i lavoratori sono stati al centro di uno scaricabarile colpevole. Non c’è più tempo – concludono Di Cola, Masucci e Cicco – ed è intollerabile che di fronte ai disservizi e ai licenziamenti nessuno prenda in mano la situazione”.

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