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Lazio. Ama, Masucci (Fit Cisl): “Stufi di rimpalli di responsabilità, serve fronte comune e ‘Patto per il decoro’”

Pubblicato il 30 Gen, 2020

Roma, 30 gennaio 2020 – “Le recenti dichiarazioni dell’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, sui lavoratori dell’azienda, sono purtroppo un film già visto: siamo esausti di ritornelli inutili e rimpalli di responsabilità, che sarebbero solo l’ennesimo gioco al massacro. Lo ribadiamo senza stancarci: non si deve cadere nella trappola delle reciproche colpevolizzazioni, l’unica strada da percorrere è quella di un ‘Patto per il decoro’ della Capitale in cui ognuno faccia la sua parte”.
E’ quanto dichiara il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, aggiungendo che “abbiamo finora auspicato che Zaghis, recentemente insediato, riuscisse a prendere le redini della situazione, garantendo il primo obiettivo da raggiungere: quello della stabilità economico-finanziaria dell’azienda, dalla quale deriva tutto il resto. Non vorremmo aver mal riposto la nostra fiducia: purtroppo il fatto che il bilancio 2017 sia – inspiegabilmente – bloccato da anni è un dato oggettivo, sotto gli occhi di tutti, che assume contorni sempre più kafkiani. La sua mancata approvazione paralizza l’attività aziendale, le politiche occupazionali-assunzionali e di organizzazione del servizio”.
“La paradossale situazione di ‘emergenza strutturale’ – prosegue il sindacalista – ha sicuramente risvolti sulla salute dei lavoratori, che operano in condizioni critiche: al netto della possibile presenza di ‘mele marce’, come in ogni luogo, riteniamo che l’alto numero di inidonei al servizio in Ama sia perlopiù l’effetto, e non la causa, del malfunzionamento aziendale”.
“Fatta luce su questi punti – conclude Masucci – riteniamo che sia ozioso e dannoso insistere sul vicolo cieco dello ‘scaricabarile’. Ogni parte in causa, invece di puntare il dito contro l’altra, dovrebbe chiedersi come partecipare a uno sforzo comune di cui Roma, i suoi abitanti e gli oltre 7mila lavoratori di Ama hanno estremo bisogno”.

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