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Lazio. Casa, Cisl: “per una difesa a 360 gradi dei lavoratori agricoli sfruttati a Latina”

Pubblicato il 2 Lug, 2020

Roma, 2 luglio 2020 – “La piaga dello sfruttamento della manodopera fa sempre parte di una catena di illegalità più grande: l’abitare, i trasporti, il sostentamento quotidiano. Anche la più semplice delle attività quotidiane per gli ‘squali’ sfruttatori è fonte di guadagno, ovviamente illecito. Per questo, oggi, firmando il protocollo “Per un lavoro di qualità in agricoltura – Qualità dell’abitare”, insieme agli assessori Di Berardino, Onorati e Valeriani, al prefetto di Latina, Maria Rosa Trio, ai rappresentanti delle istituzioni locali e delle parti sociali, facciamo un passo decisivo per aggredire il cancro dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura a Latina, difendendo i ‘fragili’ e gli sfruttati nella ricerca di un alloggio dignitoso e nella regolarità, quindi oltre il luogo di lavoro”.

Così, in una nota, Enrico Coppotelli, Claudio Tomarelli e Paolo Rigucci, rispettivamente segretari generali della Cisl Lazio, la Fai Cisl Lazio e il Sicet di Roma e Lazio.

“Con questo protocollo il sindacato, insieme ai proprietari delle case, dice chiaramente che il mercato da solo non basta e insieme decide di assumersi la responsabilità di promuovere, con l’intervento determinante della Regione Lazio, l’incontro tra domanda e offerta di abitazioni, specie nei comuni agricoli della provincia. Così facendo, si raggiunge il duplice obiettivo di permettere ai lavoratori di poter avere un regolare contratto di locazione, e ai piccoli proprietari di affittare le abitazioni e di poter disporre di un fondo per le eventuali morosità degli inquilini. Starà all’intelligenza collettiva dei firmatari capire che questo accordo non è un punto di arrivo ma di partenza. Starà ai Comuni interessati, in prima linea sul territorio, non sprecare questa occasione e farla diventare un punto qualificante della propria comunità. Così come starà alla Regione Lazio non fermarsi alla sperimentazione solo per i lavoratori agricoli a Latina ma capire che questo modello può essere di riferimento per tutte le situazioni di fragilità e sfruttamento sull’abitare, a partire dagli studenti fuori sede che gravitano nella Regione. A noi parti sociali il compito di sperimentare tutte le innovazioni sociali possibili per far sì che nella nostra Regione il welfare non sia solo una distribuzione di risorse, spesso poche e male, ma che diventi un welfare generativo, che dia protagonismo a tutti i livelli interessati affinché si rendano partecipi e protagonisti”.

 

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