Roma, 9 ottobre 2019. “La fotografia dell’economia laziale riportata oggi da Federlazio è estremamente preoccupante, soprattutto per lo stato di salute del capitolo formazione nelle PMI. Un capitolo molto delicato perché impatta non solo sulla capacità produttiva del nostro tessuto industriale ma sulla capacità dei lavoratori e delle lavoratrici di stare sul mercato del lavoro e di poter operare in sicurezza”. Così, in una nota, il segretario generale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli commenta i dati di Federlazio. “Se nel primo semestre 2019, i contratti a tempo indeterminato sono calati (dal 42,9% al 40,5%) insieme ai contratti di apprendistato (da 30,6% a 23,8%) e i tirocini (da 18,4% a 7,1%) siamo di fronte ad mercato del lavoro strutturalmente più debole ed esposto anche a maggiori rischi di incidenti sui posti di lavoro. L’aumento dei contratti a tempo determinato (dal 44,9% a 47,6%) è un fattore di debolezza dell’intero sistema, non solo per il lavoratore che viene legato all’azienda il minor tempo possibile, solo quando serve e con nessun obbligo formativo da parte dell’impresa. Purtroppo si continua pensare la formazione come una ‘palla al piede’, un costo per l’azienda: -2% le imprese che hanno usufruito delle opportunità di finanziamento rappresentate dai fondi interprofessionali e degli altri fondi pubblici. Le previsioni non confortano. Scende al 31% (era 43% lo scorso semestre) la percentuale di aziende che svilupperà iniziative di formazione delle risorse umane interne. Su questo fronte c’è quindi moltissimo lavoro, soprattutto culturale, da fare: ma bisogna fare presto. La piaga delle morti sul lavoro si combatte, anche e soprattutto, con tanta formazione. Il contrario di quello che si sta facendo ora”.