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Lazio. Ipercoop Guidonia, sindacati: “Indetto stato di agitazione e sciopero venerdì Santo per dire NO alla cessione a CONAD”

Pubblicato il 25 Mar, 2021

Roma, 25 marzo 2021 – “Nel corso di un’assemblea che si è tenuta in modalità telematica nella serata del 4 marzo, abbiamo deciso di indire lo stato di agitazione delle 64 lavoratrici e dei lavoratori dell’Ipercoop di Guidonia, e abbiamo indetto uno sciopero per il prossimo 2 aprile, con un ulteriore pacchetto di 7 ore, da indire a discrezione delle Rsa. Contestualmente, abbiamo inoltrato una richiesta urgente di incontro al sindaco di Guidonia, Michel Barbet, perché i dipendenti Ipercoop e le loro famiglie stanno vivendo un momento di forte e immeritata tensione e preoccupazione: lo scorso 22 marzo, infatti, nel corso di un incontro con la società Distribuzione Centro Sud, è stata comunicata la volontà di cedere il punto vendita entro il mese di maggio a Conad, e non alle tante realtà della galassia Coop. Conad, la rete di imprenditori del commercio al dettaglio, può garantire certezze inferiori rispetto alla grande famiglia delle cooperative Coop.

Si tratta peraltro di un fulmine a ciel sereno: fino allo scorso anno, a precise domande avanzate dai lavoratori, l’azienda rispondeva che tutto procedeva bene”.

E’quanto si legge in una nota di Maurizio Alberighi e Marco Feuli, di Filcams Cgil Roma Lazio, Giulia Falcucci, Segretario territoriale della Fisascat-CISL di Roma Capitale e Rieti, ed Elvira Fatiganti, della Uiltucs di Roma e Lazio, in cui si aggiunge che “per parte nostra, abbiamo espresso tutto il nostro stupore, la nostra preoccupazione e la nostra contrarietà per l’ennesima decisione, da parte del marchio Coop, di disinvestire sul territorio romano e laziale. L’azienda ha addotto, a motivazione delle proprie scelte, alcune criticità economico-finanziarie, che a noi non risultano però tali da pensare a una cessione: nel 2015-2018 i conti erano in ordine, mentre nel 2019-2020 si sono presentate criticità, che a nostro parere, non sono state affrontate nel modo migliore dai vertici aziendali. Non possono essere i lavoratori e le loro famiglie a pagare il prezzo di una gestione che, a nostro parere, non ha previsto nemmeno il tentativo di percorrere una strategia di rilancio”.

“Per parte nostra – concludono i sindacati-, siamo pronti a non lasciare nulla di intentato, e metteremo in campo ogni azione possibile per far capire che non si può disinvestire sul futuro dei dipendenti: nessuno, lo ribadiamo nessuno tra i lavoratori deve essere lasciato solo in un momento di pandemia e in un comparto che vede i dipendenti in prima linea: servono tutele e garanzie per ogni famiglia. Parliamo, inoltre, di occupazione prettamente femminile, che in questo momento, complice la pandemia, attraversa un momento di straordinaria fragilità”.

 

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