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Lazio. Società partecipate di Roma Capitale: un nodo irrisolto. L’appello di Cgil Cisl e Uil ai gruppi consiliari per il bene della capitale

Pubblicato il 3 Nov, 2020

Roma, 3 novembre 2020 – “Le società partecipate erogano servizi essenziali per la comunità e, a seconda di come sono gestite e guidate, sono responsabili del miglioramento o del peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori dei territori su cui insistono. A Roma, unica in Italia per le dimensioni del territorio e per la densità di popolazione residente o domiciliata, il nodo dei servizi pubblici è ancora più cruciale che altrove”.
A dirlo, in una nota, Michele Azzola, Carlo Costantini e Alberto Civica, rispettivamente segretari generali della Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale Rieti e Uil Lazio, che questa mattina hanno organizzato un dibattito pubblico, da remoto, al quale hanno partecipato, in qualità di presidenti dei gruppi consiliari di Roma Capitale, Antongiulio Pelonzi (PD), Stefano Fassina (Sinistra per Roma), Svetlana Celli (Roma torna Roma), il consigliere comunale della Lega Davide Bordoni e rappresentanti delle categorie dei lavoratori di AMA, ATAC, Multiservizi, Risorse per Roma, Farmacap e Roma Metropolitane.
“Poco più di anno fa il 25 ottobre del 2019 a Roma Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato il primo sciopero unitario di tutte le società partecipate di Roma Capitale.
Una iniziativa eclatante perché troppe sono state le promesse della Giunta Raggi che non hanno trovato riscontro nei fatti, si sono persi anni preziosi e l’amministrazione ha scelto deliberatamente di non avere nessun confronto con chi rappresenta i lavoratori dei servizi pubblici locali. Per quanto ci riguarda, siamo ancora in attesa della ripresa del confronto annunciato un anno fa a valle dello sciopero unitario delle lavoratrici e dei lavoratori delle partecipate di Cgil, Cisl e Uil. L’immobilismo della Giunta ha portato la qualità dei servizi offerti ai cittadini a livelli più bassi di quelli di inizio consiliatura. Ad oggi non esiste nessuna riorganizzazione degna di tale nome, non c’è traccia di investimenti, che pure erano possibili ed alla portata e che avrebbero permesso di affrontare meglio le diverse fasi dell’emergenza Covid 19.
La ventata di novità che tutti aspettavano e nella quale tutti speravamo non è mai arrivata, mentre i servizi erogati restano ben lontani dagli standard minimi europei per efficienza, organizzazione innovativa, livelli di erogazione e soddisfazione degli utenti. Troppe le aziende partecipate i cui bilanci non sono stati ancora approvati dal comune di Roma, con il conseguente blocco della possibilità di progettazione e di pianificazione delle attività e nessun piano di sviluppo. Senza una immediata inversione di tendenza si va verso una stasi completa dell’intero sistema. Un pessimo esempio di utilizzo di risorse pubbliche a cui bisogna porre rimedio anche perché il ruolo del pubblico, se manca di progetti e di proposte oltre che di efficacia, appare inutile alla cittadinanza, inefficace e addirittura dannoso.
Invece, per Cgil Cisl e Uil, i servizi pubblici devono essere sottratti alle logiche del mercato, le aziende che sono patrimonio dei cittadini di Roma devono essere ben amministrate per sfuggire alle pressioni privatizzatrici e per mantenere la conduzione e la gestione pubblica di settori strategici per la Capitale. Una mancanza di visione strategica ha ripercussioni devastanti sulla cittadinanza e sui lavoratori. I cittadini, spesso infuriati a causa della mancanza di servizi adeguati, devono invece sapere di chi è realmente la responsabilità dei disservizi e l’amministrazione deve assumersi le sue responsabilità. I lavoratori delle Aziende partecipate e quelli impegnati in appalti e sub-appalti, al contrario di quello che spesso viene raccontato, vivono una condizione di estrema incertezza. Lavoratrici e lavoratori che in tanti casi non hanno certezze sul loro futuro lavorativo, non vedono riconosciuta la loro professionalità, non hanno stipendi adeguati per poter affrontare l’aumento del costo della vita. Siamo in estremo ritardo anche con i piani assunzionali, che se fossero approvati e attuati dalle aziende, porterebbero buona occupazione con migliaia di nuove assunzioni e maggiori certezze per chi ancora oggi è precario o impegnato a tempo parziale per pochissime ore al giorno, piani che darebbero respiro ad una città che rischia di sprofondare. Non vogliamo rinunciare a proporre soluzioni e progetti per migliorare le condizioni di lavoro degli addetti delle aziende partecipate, oltre trentamila operatori indispensabili per garantire i servizi pubblici locali della Capitale. Siamo convinti che si possa ancora invertire questa tendenza e fermare il declino della Capitale, rilanciare le aziende e i servizi offerti ai cittadini. Per farlo serve che la politica decida di intervenire con azioni e piani concreti. Per questo oggi, con il confronto avviato, ci auguriamo che le forze del consiglio comunale raccolgano questo nostro ennesimo appello e si attivino concretamente per il bene della Città”.

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