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Lombardia. Case popolari, sindacati contrari al nuovo regolamento sugli accessi

Pubblicato il 31 Gen, 2019

Milano, 31 gennaio 2019. Si è svolta questa mattina l’audizione delle organizzazioni sindacali degli inquilini e confederali regionali, da parte della V Commissione del Consiglio regionale, sul nuovo regolamento per gli accessi e le assegnazioni, che nelle prossime settimane verrà discusso in Giunta regionale per l’approvazione definitiva.

I sindacati hanno ribadito il loro giudizio fortemente negativo su questo regolamento sottolineando, in particolare gli aspetti più controversi e fra questi:
– il trattamento discriminatorio dei nuclei indigenti, che contravviene le finalità dell’edilizia residenziale pubblica: limitando al 20% le assegnazioni a questa categoria; richiedendo una attestazione preventiva di indigenza per presentare la domanda; rendendo impossibile la presentazione della domanda fuori dal Comune di residenza;
– una modalità di presentazione della domanda assolutamente complessa, attraverso una piattaforma informatica, che richiede una capacità tecnica poco diffusa tra le persone in condizione di disagio abitativo;
– l’impossibilità da parte dei Comuni di gestire l’emergenza abitativa, in particolare gli sfratti eseguiti o in esecuzione;
– un sistema dei punteggi totalmente squilibrato, che privilegia le condizioni soggettive (esempio la durata della residenza in Regione e nel Comune incide per quasi il 40% del punteggio), anziché le condizioni oggettive di bisogno.
– la complicazione della gestione amministrativa interna agli Enti Gestori, come Aler, su alcuni aspetti(subentro, ampliamento del nucleo,……) con gravi ricadute sulle procedure e su mi migliaia di assegnatari.

Inoltre, le sue evidenti contraddizioni logiche e amministrative, nonché l’impostazione fortemente discriminatoria di questo regolamento genererà un elevato contenzioso nei diversi ambiti giurisdizionali (amministrativo, civile e costituzionale).

Peraltro, il nuovo regolamento dovrà tenere conto dell’impatto che avrà l’introduzione del reddito di cittadinanza. Anche, e non solo, per questo sarebbe necessaria una sospensione dell’entrata in vigore del regolamento o, almeno, un periodo lungo di sperimentazione al fine di valutare gli effetti e le ricadute delle nuove norme sulle famiglie.

Del resto questo regolamento discende direttamente da una normativa, la legge regionale 16/2016, iniqua nel suo impianto, sbagliata negli obiettivi, inefficace a risolvere il problema dell’offerta, e che va nella direzione opposta alla necessità di gestione della domanda abitativa e sociale. Una legge che, pertanto, necessita di una riflessione approfondita da parte del Consiglio Regionale e di un cambiamento radicale.
Durante l’iter di approvazione definitiva, i sindacati organizzeranno iniziative di informazione e mobilitazione, coinvolgendo, oltre alle famiglie, anche ai Comuni.

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