Milano. 10.3.21. Una azienda non può applicare costi aggiuntivi in busta paga oltre la quota di trattenute prevista, per un dipendente che si sta avvalendo della cosiddetta “cessione del quinto dello stipendio”. Lo ha stabilito con sentenza del 9/3/21, la Corte d’Appello di Milano, respingendo un ricorso che PAM Panorama aveva proposto contro una precedente sentenza del Tribunale meneghino.
Il caso era stato sollevato dalla Fisascat Cisl di Milano, che ha sostenuto due lavoratrici e un lavoratore con l’assistenza dell’avvocato Silvia Balestro (ma una decina di altre pratiche, relative ad altrettanti addetti, sono già pronte).
“Nella sentenza di primo grado – spiega il segretario generale della Fisascat Cisl milanese, Paolo Miranda – il giudice aveva dichiarato illegittima l’applicazione di costi aggiuntivi alle trattenute che ogni mese l’azienda opera sulle retribuzioni dei propri dipendenti che hanno la cessione del quinto dello stipendio. A PAM Panorama era stato, quindi, imposto di restituire gli importi in questione, ma l’azienda era andata avanti come se nulla fosse. Ora dovrà rimborsare tutte le somme accumulate. Per la Fisascat si tratta della affermazione di un principio importante a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici: non è legittimo accollare alcun costo ai dipendenti che decidono di usufruire di questo strumento”.
PAM Panorama trattiene ai propri dipendenti un costo aggiuntivo, ogni mese, come rimborso spese per la gestione della cessione. Prima erano 15 euro, dallo scorso ottobre 10.
Gli addetti coinvolti sono impiegati in supermercati del milanese.