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Lombardia. Infortuni sul lavoro: chiusa questa mattina a Milano la campagna nei luoghi di lavoro

Milano, 19 marzo 2018.  Tappa conclusiva della campagna nei luoghi di lavoro:  si è svolta questa mattina nell’aula magna dell’università di Milano Bicocca l’assemblea dei metalmeccanici della Lombardia sui temi della salute e della sicurezza, alla presenza dei tre segretari generali di Fim Fiom Uilm nazionali Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella. Ll’attivo di oggi ha lanciato il Documento di proposte di Fim Fiom e Uilm Lombardia “Per un lavoro sicuro”.Davanti a oltre 1000 Rsu e Rls provenienti da tutta la Lombardia, ,.
“Il documento programmatico di Fim Fiom Uilm è il punto da cui ripartire, già da oggi, per allargare il fronte di azione nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro – afferma Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Servono alleanze con le istituzioni, Inail, le associazioni di categoria, per vincolare le aziende a investire in sicurezza. Gli oltre 1000 delegati arrivati oggi da tutta la Lombardia ci danno mandato per avviare questa battaglia di civiltà”.
Il segretario generale della Fim Cisl nazionale, Marco Bentivogli, ha concluso i lavori ricordando che tutti gli incidenti e infortuni sul lavoro sono una sconfitta anche per il sindacato: “Serve una maggiore capacità di fare rete tra gli Rls (rappresentanti lavoratori sicurezza) e una maggiore condivisione delle imprese nell’utilizzo dei nuovi strumenti di prevenzione tra cui le innovazioni previste dall’ultimo Contratto nazionale dei metalmeccanici del 26 novembre 2016. Non esiste progresso di alcuna natura che cosnideri la sicurezza della vita dei lavoratori un valore negoziabile. In tutto il mondo la sicurezza non è cosiderata un costo ed è un investimento etico e produttivo molto più grande di un impianto e un lavoro sicuro”. “Le imprese insicure sono imprese non solo poco salubri, ma imprese che lavorano male e improduttive – ha aggiunto -. Il documento di Fim Fiom Uilm della Lombardia deve essere una base per iniziative in tutto il paese per tornare ad alzare la guardia contro una cultura che considera uno scotto inevitabile farsi male, restare invalidi o morire sul lavoro. Agli appelli altisonanti delle istituzioni deve corrispondere un investimento imponente nelle attività ispettive a maggior ragione in un Paese che non conosce lo stato di diritto ma vive di contenziosi infiniti che agevolano l’impunità dei responsabili di queste cifre di morti e infortuni, indegne per un Paese civile”.
 
Alcune proposte dei sindacati dei metalmeccanici della Lombardia
 
– sperimentare “break formativi” direttamente sul posto di lavoro, di 15/20 minuti in orario turno, per aggiornare i lavoratori sulle procedure di sicurezza nella propria area di lavoro.
– coinvolgere preventivamente i Rls sia nella valutazione dei rischi e programmazione della prevenzione, sia nella rilevazione dei “quasi infortuni” e delle misure conseguenti da adottare;
– rendere visibili a tutti i lavoratori i Rls nell’esercizio delle loro funzioni, attraverso elementi di identificazione specifica come tuta, casco, pettorina o simboli.
– aumentare il numero di Rls da 3 a 6 nelle unità produttive con oltre 500 addetti fino a mille;
– aumentare il numero dei 6 Rls previsti nelle unità produttive oltre i mille addetti di 3 in più ogni
mille addetti, o frazione di mille. (Ad esempio il totale di Rls in un’unità produttiva di 1.600 addetti sarà di 9, mentre in un’unità produttiva di 4.500 persone sarà di 18 Rls);
– introdurre un premio di risultato collegato alla rilevazione da parte dei lavoratori dei “quasi infortuni” e alla riduzione nel tempo del numero d’incidenti, in una logica di intervento e rimozione dei rischi con la partecipazione di tutti.
 
A livello territoriale, coinvolgendo le associazioni imprenditoriali, Fim, Fiom e Uilm propongono di realizzare l’osservatorio provinciale degli infortuni sul lavoro, sulla scorta di quanto già fatto in Brianza e a Milano con l’intesa con Assolombarda. Inoltre, va promossa, sotto la regia della Prefettura e in stretto contatto con i sindacati, la costituzione di specifiche task-force per analizzare le problematiche e i rischi specifici dei vari settori (come già fatto a Bergamo e a Milano). A livello regionale occorre proseguire il lavoro di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali all’interno dei tavoli di coordinamento, delle cabine di regia e nei laboratori specifici.
 

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