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Puglia. Multiservizi-pulizie: 5 piazze pugliesi in collegamento con la manifestazione nazionale a Roma Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltrasporti, in Puglia circa 50 mila addetti

Bari, 20 ottobre 2020 – Sono cinque le piazze o i luoghi in Puglia dove il 21 ottobre, a partire dalle 14:00, si terranno in contemporanea e in videoconferenza con Piazza Barberini a Roma, le manifestazioni territoriali che Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltrasporti mettono in campo a sostegno della grave situazione che riguarda i lavoratori del comparto pulizie multiservizi. Una grande piazza virtuale con 40 città in collegamento. In Puglia nel rispetto dei DPCM in vigore per contenere il diffondersi del Virus Covid-19 sindacati e lavoratori si ritroveranno a Bari in Piazza Prefettura; a Brindisi presso lo Stabilimento Produttivo Enel Centrale TermoElettrica Federico II di Cerano; a Foggia e Lecce in Piazza Prefettura; a Taranto presso lo Stabilimento siderurgico Ex Ilva oggi ArcelorMittal Italia. Proprio da Taranto interverrà una lavoratrice del siderurgico in diretta con la piazza di Roma.
Le iniziative, spiegano i Segretari di Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltrasporti, sono necessarie perché sia dato riconoscimento e dignità al lavoro dei 600.000 addetti di questo comparto, fondamentale per la sanificazione e l’accessibilità igienica di ospedali, scuole, uffici pubblici e privati, fabbriche, mezzi di trasporto, ma da oltre sette anni senza il contratto nazionale rinnovato. “In Puglia – osservano i Segretari generali regionali, Barbara Neglia, Antonio Arcadio, Vincenzo Boffoli – si tratta di circa 50 mila addetti che gravitano a vario titolo nel contratto nazionale pulizie/multiservizi dei quali 2.500 in ex Ilva/ArcelorMittal, 1.500 nelle pulizie industriali e i restanti nelle pulizie civili e varie qualifiche”.
Essendo lavoratori quanto mai essenziali per la tenuta del sistema paese, c’è l’urgente necessità di definire trattamenti economici e normativi congrui e dignitosi, che tuttavia le associazioni datoriali e le imprese ostinatamente non vogliono riconoscere. Non mostrano responsabilità verso le lavoratrici e i lavoratori che nonostante le gravi condizioni di lavoro con grande senso del dovere, anche nella seconda ondata emergenziale ormai conclamata, sono in prima linea.

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