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Puglia. Spinelli (Fit Cisl): “Riassetto per Enav”

Puglia, 19 marzo 2018. Sebbene il consiglio di Amministrazione di Enav abbia reso noto nei giorni scorsi il piano industriale per il periodo 2018-2022, evidenziando come nel 2017 c’è stato un incremento netto delle entrate dell’1.9%, portando le entrate complessive a 881,8 MLN grazie al forte aumento di traffico, sarà il capitale umano e lo stesso traffico regionale a subire delle conseguenze incomprensibili”. Così il Segretario generale della Fit Cisl Puglia, Franco Spinelli, riguardo la paradossale vicenda della società che gestisce il traffico aereo civile in Italia che a fronte di ricavi netti certificati decide di ridimensionare due postazioni pugliesi. “In relazione a questo – aggiunge Spinelli – i dividendi proposti per le azioni sono pari ad Euro 0,1864 (+5% rispetto all’anno precedente)”.  Enav è leader come provider del servizio di controllo del traffico aereo per ritardi assegnati pari a zero, il traffico è in crescita nonostante la chiusura dello spazio aereo libico e questa crescita dovrebbe continuare fino ad assestarsi. “Nonostante ciò – sottolinea il Segretario della Fit Cisl – questo piano industriale prevede una riorganizzazione del personale ridistribuendolo sul piano nazionale, un taglio dei costi imponente ed una riduzione del personale operativo di circa 700 unità dovute a quiescenza in un periodo di 10 anni con assunzioni per circa 280/300 unità. Il nuovo assetto avrà solo due grandi centri di controllo a Roma e Milano (invece che quattro come sono presenti adesso) che gestiranno anche tutti i servizi di avvicinamento agli aeroporti (attualmente forniti nelle torri di controllo radar). Le due strutture di Brindisi e Padova verranno riconvertite ad Hub per la gestione delle torri di controllo degli aeroporti, creando delle strutture nuove chiamate torri remote e trasformando quelli che oggi vengono definiti aeroporti a Basso traffico, ma non solo. Il tutto a discapito del capitale umano sempre meno valorizzato da una società mirata ad agire nel mercato finanziario trascurando che il suo Core Business è sempre rappresentato dalla gestione del traffico aereo Italiano. Nessuna considerazione è stata fatta nei riguardi dei dipendenti – attacca Spinelli – che hanno consentito tali risultati, anzi in spregio del lavoro si parla solo dei tagli che si vogliono attuare. Questo piano industriale – secondo il sindacalista – è una vergognosa operazione di marketing inutile e dannosa che comporterà gravi sofferenze per i lavoratori colpiti e per l’immagine e l’economia della Regione Puglia che subirà un grave depauperamento ed una diminuzione della forza lavoro”. In questi anni, infatti, si prevedono forti penalizzazioni per il territorio Pugliese con lo spostamento dell’ACC (Area Control Centre) di Brindisi a Roma, un forte ridimensionamento delle competenze del Centro Aeroportuale di Bari, che solo qualche anno fa era stato implementato e aveva assorbito l’avvicinamento radar dell’aeroporto di Brindisi dall’Aeronautica Militare creando Apulia Radar presso la Torre di Controllo di Bari, e la remotizzazione delle Torri di Brindisi, anch’essa passata dall’Aeronautica Militare ad Enav solo qualche anno fa, di quelle di Grottaglie e Foggia. “Ciò rappresenterà un duro colpo all’economia ed al prestigio che tali impianti hanno portato fino ad oggi alla Regione Puglia. Il tutto senza contare che non si comprende come un’azienda sana i cui utili solo nell’ultimo anno superano i 100 MLN, possa sacrificare più di 200 famiglie che vivono nella regione, al solo dichiarato scopo di offrire è evidente ormai dividendi agli azionisti” osserva Spinelli. A parere della Fit Cisl non è certo possibile ignorare le esigenze di intere famiglie che hanno scelto di vivere in Puglia ormai da molti anni e che con ogni probabilità “saranno costrette a smembrarsi per seguire i folli piani di chi non ha la più pallida idea di quanto conti la serenità familiare per chi, tutti i giorni, lavora garantendo la sicurezza di migliaia di passeggeri, in quanto il numero dei lavoratori sull’aeroporto di Bari e sul centro di controllo d’area di Brindisi verrà ridotto così come il salario in entrambi i siti e la remotizazzione delle altre tre torri (Brindisi, Grottaglie e Foggia) prevede la chiusura dei siti.  E’ evidente – conclude Spinelli – che la questione merita un approfondimento e un interesse da parte delle forza istituzionali, a partire dalla Regione Puglia, per capire in questo momento quali siano i reali margini di intervento per evitare un ulteriore migrazione della forza lavoro e delle eccellenze pugliesi verso altre regioni italiane”.

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