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Sardegna. Cisl: “Riorganizzazione Enel non deve diventare fuga dalla Regione”

Sardegna, 2 agosto 2018. Una prospettata riorganizzazione della presenza del Gruppo Enel nel territorio porterà nuovi e gravi disagi per i cittadini e per le imprese della Sardegna, in un settore strategico per lo sviluppo economico come quello elettrico. ENEL, infatti, sta mettendo in atto la riorganizzazione in tutti i settori in cui opera, dalla produzione alla distribuzione, alla vendita di energia elettrica. Una riorganizzazione che prevede la chiusura della Direzione della Rete con sede a Cagliari e il suo accentramento a Torino e il superamento della Zona di Nuoro-Oristano e della Unità Operativa di Macomer. Ciò comporterà la perdita delle capacità decisionali nella regione e un ulteriore allontanamento di Tecnici e Operai dal territorio Dal 1° Gennaio 2019, inoltre, saranno venduti a imprenditori esterni i Punti Enel, cioè gli sportelli di vendita al pubblico di ENEL, costringendo i cittadini sardi a rivolgersi a call center o a intermediari esterni, con tutte le conseguenze immaginabili. Anche nella produzione ci saranno impatti negativi: ulteriori ridimensionamenti di personale nella Centrale Sulcis, che continua ad avere un futuro incerto, mentre nella produzione da fonti rinnovabili assistiamo ad una terziarizzazione della attività senza vedere una crescita della occupazione nel settore, in forte sviluppo in particolare di proventi per l’azienda elettrica. Siamo molto preoccupati da quanto si sta prospettando. La nostra Regione soffre già abbastanza per effetto della carenza di infrastrutture e lavoro, uno dei dati caratteristici legati alla nostra condizione di insularità. Tali svantaggi devono essere adeguatamente riequilibrati dallo Stato, che con le proprie aziende controllate deve agire positivamente in tale direzione. E quindi nello specifico lo Stato deve impedire questa vera e propria fuga di un’Azienda come ENEL dalla nostra Regione. Il settore elettrico è fondamentale per la ripresa economica dell’Isola. Dobbiamo mettere in campo le iniziative necessarie a far cambiare i piani di ENEL nei diversi settori in cui è impegnata. ENEL deve tornare ad essere, nella nostra Sardegna, motore di sviluppo economico e sociale, garantendo un servizio a cittadini ed imprese all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei Sardi, poichè concessionaria del servizio pubblico universale quale quello elettrico. Su questi temi occorre, come già richiesto dalle Federazioni di Categoria di CGIL, CISL e UIL, una forte presa di posizione della Regione, in difesa di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo del sistema produttivo e sociale Sardo. Questa vera e propria “fuga” di ENEL dalla Sardegna è inaccettabile, e FLAEI e CISL sarda denunciano pubblicamente i danni che la Sardegna subirà quando i progetti riorganizzativi di questa azienda si concretizzeranno: • La qualità del servizio elettrico rischia di peggiorare ulteriormente. La presenza nel territorio regionale di personale in misura adeguata alle necessità della Regione e di ogni realtà territoriale diverrà sempre più bassa. • Gli investimenti reali in nuove e migliori infrastrutture elettriche potrebbero essere insufficienti. • Gli utenti (cittadini ed imprese) avranno maggiori difficoltà a rapportarsi per i servizi commerciali e di vendita con ENEL attraverso canali esterni (call center, imprese esterne che effettuano vendita). • L’occupazione si ridimensionerà ulteriormente, anche per effetto dello spostamento del lavoro sia ad imprese esterne, sia al di fuori della Regione. • Le possibilità di mantenere in efficienza e produttivi gli impianti (a partire dalla Centrali di Produzione) saranno sempre meno, “stressando” impianti e personale sino al limite di chiusura.

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