Cagliari 15 settembre 2018 – Sono sette gli articoli del disegno di Legge ““Disciplina generale per il governo del territorio”, che da martedì prossimo sarà discusso dal Consiglio regionale che contengono elementi che penalizzano considerevolmente il settore primario, rischiando di rendere inapplicabile la futura legge. La Cisl, che pure condivide l’impianto generale del Disegno di legge, richiama l’attenzione dei legislatori regionali su alcuni punti riguardanti l’edificazione in ambito agricolo (Capo II- ambiti rurali, articoli 67-74). Le dissonanze che maggiormente risaltano e che divergono dalla visione della nostra organizzazione in materia di edificato agricolo, riguardano:
– l’evidente orientamento ad inquadrare la figura dell’imprenditore agricolo come controparte, dissipatore del territorio e delle risorse naturali, anziché principale protagonista del presidio e della valorizzazione degli ambiti rurali;
– la tendenza generale a frenare, fino a impedire, l’espansione fisica ed economica delle imprese del settore primario, limitando i valori edificatori con l’adozione di parametri che, per la loro esiguità e per la loro incoerenza, impediscono di attuare i normali programmi di miglioramento, di potenziamento e di adeguamento tecnologico delle aziende.
La Cisl Sarda ritiene che la nuova norma generale deve accompagnare la crescita e lo sviluppo delle imprese agricole e zootecniche che intendono investire, innovare, creare occupazione e, conseguentemente, garantire il presidio del territorio, a partire dalle zone interne. Per raggiungere risultati soddisfacenti, infatti, è indispensabile agevolare programmi di investimento che consentano il raggiungimento di un’adeguata remunerazione e redditi dignitosi.
Il nuovo impianto normativo, secondo la Cisl sarda deve, altresì, in maniera inequivocabile, favorire l’impegno e gli sforzi organizzativi ed economici che le imprese del primario sono chiamate a sostenere per rispettare i numerosi vincoli derivanti dalla normativa a tutela del consumatore e del benessere animale; per integrare, in un insieme coerente, tecnica, organizzazione del lavoro, condizioni di lavoro, relazioni sociali e fattori ambientali; per stare al passo dell’evoluzione tecnologica; per agevolare quanto più possibile il lavoro all’uomo; per garantire le misure di igiene, sicurezza e protezione degli operatori.
La Cisl, con queste osservazioni, tiene anche conto del fatto che il 1° giugno 2018, la Commissione Europea ha presentato al Parlamento e al Consiglio dell’UE le proposte legislative sulla futura Politica Agricola Comune 2021-2027, con importanti modifiche sul sistema dei pagamenti diretti a favore delle imprese agricole (i cd. premi). In generale si andrà verso una riduzione dei pagamenti disaccoppiati (ossia erogati indipendentemente dalla produzione agricola delle aziende), mentre verrà incrementata l’importanza dei premi accoppiati al reddito (rese produttive, superfici coltivate, numero di capi allevati, etc.).
Un chiaro segnale europeo, dunque, verso la valorizzazione delle capacità imprenditoriali delle imprese agricole, a svantaggio delle politiche di assistenzialismo.