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Sardegna. Sindacati: “Richiesta a Solinas di confronto su riforma sanitaria”

Cagliari, 5 giugno 2020.

Carissimo Presidente, 

come certo rammenterà, in diverse occasioni abbiamo condiviso l’esigenza di aprire un confronto sulle linee guida di una riforma sanitaria in Sardegna, che Lei stesso ci aveva rassicurato di voler svolgere prima di avviare l’iter consiliare conseguente alle decisioni della Giunta. Abbiamo invece registrato, successivamente, che il testo della riforma è stato esitato dalla Giunta senza alcuna discussione preliminare e poi trasmesso alla competente Commissione consiliare, la quale, peraltro, non ci risulta abbia ancora svolto audizioni né convocato le scriventi Segreterie Confederali.

Registriamo nel contempo anche l’apertura di un confronto sulla riforma da parte dell’Assessore della Sanità con i soli sindacati del comparto, senza che egli abbia mai, finora, avuto il benché minimo impulso a incontrare e interloquire con il sindacato generale. Ciò sembra sottendere una visione dei problemi che si colloca agli antipodi di quanto da Lei dichiarato, quando l’anno scorso condividemmo un metodo di confronto e un orizzonte di contenuti tematici, tra cui questa e altre riforme, circa la validità della partecipazione dei corpi sociali alla vita democratica delle stesse istituzioni.

In questo caso, sembrerebbe che il tema della garanzia del diritto alla salute dei cittadini attraverso i servizi e gli acquisti pubblici, la loro programmazione, la loro distribuzione nel territorio, la loro qualità e caratteristiche, il loro finanziamento, le modalità e l’equilibrio complessivo di gestione, le compatibilità del bilancio dell’intera comunità regionale e l’alimentazione del fabbisogno che essa esprime su un aspetto così rilevante della sua esistenza, variamente intrecciato con altri ambiti della vita associata, attività produttive, servizi, attività istituzionali; un settore nel quale operano direttamente e indirettamente molte decine di migliaia di persone, in diversi comparti contrattuali, ma al quale sono interessati tutti i cittadini, in quanto fruitori o finanziatori dei servizi, e tra questi sono i lavoratori dipendenti e i pensionati, nel loro insieme, coloro i quali concorrono in misura enormemente maggioritaria, attraverso tasse e imposte, a fornire le risorse necessarie alle prestazioni sociali; ecco, è quasi come se tutte queste questioni siano affrontabili e risolvibili sul piano della condivisione delle scelte fondamentali attraverso una discussione con i soli rappresentanti sindacali del settore, alla stessa stregua di quanto potrebbe farsi per la contrattazione di lavoro o l’organizzazione del servizio degli addetti (cose peraltro rilevantissime e alle quali le stesse confederazioni sono direttamente partecipi).

Così non si sconvolge soltanto una consuetudine consolidata nelle normali relazioni con il sindacato confederale e con le forze sociali in Sardegna e nel nostro Paese, ma si tradisce una concezione auto-referenziale che non appartiene in alcun modo alla nostra realtà e alla nostra cultura associativa e che, pertanto, non potrebbe neppure produrre il risultato di una condivisione di scelte che travalicano di gran lunga, per contenuto, il solo ambito settoriale.

Spiace dover rilevare queste cose evidenti, Presidente, ma poiché non è la prima volta che il confronto su temi di interesse generale sia svolto da esponenti della Sua Giunta soltanto attraverso queste modalità, non ci resterebbe che concluderne che questo esprima il vero orientamento politico della Sua maggioranza, malgrado le Sue differenti dichiarazioni. Forse risiede qui anche la ragione per cui non abbiamo ancora avuto riscontro alle diverse richieste che Le abbiamo inoltrato e la fatica che sembra accompagnare la costituzione di tavoli di confronto, da ultimo anche su materie sulle quali da poco sono state trovate opportune intese, che però restano in gran parte inapplicate e che necessitano di un Suo intervento risolutivo.

Inoltre, siamo certi che non Le sfugga come l’emergenza sanitaria del COVID-19 contribuisca sensibilmente a rideterminare priorità e obiettivi di riforma della sanità, a partire dalle linee guida nazionali sul necessario rafforzamento delle terapie intensive e semi-intensive, sul reclutamento del personale sanitario, sulla medicina territoriale e la prevenzione, sulle residenze sanitarie, ed altro, ciò che presumibilmente comporta la revisione di proposte maturate in altri contesti, oltre che l’individuazione di interventi prioritari per il 2020 su cui convogliare le risorse stanziate dal Governo, a iniziare dai 42 milioni di euro del decreto “Rilancio”, da rendere strutturali ma che già dall’autunno prossimo dovranno essere operativi.

Per tutte queste ragioni, Le chiediamo di attivare presso la Presidenza della Giunta, con l’urgenza del caso, un primo momento di confronto sulla riforma del sistema sanitario in Sardegna con le scriventi Organizzazioni Sindacali confederali.

La salutiamo distintamente

I Segretari generali CGIL CISL UIL Sardegna

Michele Carrus Gavino Carta Francesca Ticca

 

 

 

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