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Sardegna. Tilocca (Cisl): “Siamo firmatari di accordo quadro contro molestie sul lavoro”

Cagliari, 8 marzo 2018. Tra i 20 firmatari dell’Accordo quadro contro le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro, la Cisl sarda. F. Tilocca (Cisl) sostiene che sia preoccupante il fatto che tra le isole la Sardegna abbia la più alta percentuale di donne ( 14 e 65 anni) che hanno subito molestie sessuali o ricatti sessuali sul lavoro nel corso della vita e negli ultimi tre anni: 51,5% contro una media nazionale del 47,2%. L’Accordo quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro è stato firmato questa mattina da organizzazioni sindacali, imprese e istituzioni. Non a caso è stata scelta la data dell’8 marzo per siglare un documento che si colloca sulla scia del Protocollo firmato il 25 gennaio 2016 tra organizzazioni sindacali e Confindustria. Sono, infatti, 1 milione 404 mila (8,9%) le donne che hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro: 425 mila (2,7%) negli ultimi tre anni. “ L’accordo – dice la segretaria regionale confederale Federica Tilocca – è di grande rilevanza sociale e culturale, perché il posto di lavoro deve essere un luogo di valori umani positivi che rafforzano e non umiliano la dignità della persona. Per la Sardegna il documento di oggi deve diventare un impegno ulteriore a lottare per ridurre un dato che – secondo un report ISTAT relativo a un’indagine campionaria sulla “Sicurezza dei cittadini”, effettuata nel 2015-2016 – vede la nostra regione, tra le isole, con la più alta percentuale di donne tra 14 e 65 anni che hanno subito molestie sessuali o ricatti sessuali sul lavoro nel corso della vita e negli ultimi tre anni: 51,5% contro una media nazionale del 47,2%”. Come risulta da un report statistiche Istat , se si fa riferimento ai soli ricatti sessuali sul luogo di lavoro si stima che nel corso della vita 2 milioni 173 mila donne (7,5%) in Italia ne sono state vittima per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere progressioni di carriera. Sono 167mila le donne che hanno subito queste forme di ricatto negli ultimi tre anni (l’1,1%). Al momento dell’assunzione ne sono state colpite più frequentemente le donne impiegate (37,6%), o le lavoratrici nel settore del commercio e dei servizi (30,4%). La quota maggiore delle vittime, inoltre, lavorava o cercava lavoro nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (20%) e in quello del lavoro domestico (18,2%). Il documento è stato firmato oltre che da Cgil, Cisl e Uil anche da Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Alpaa e Copagri e dalla Consigliera di parità della Regione Maria Tiziana Putzolu. In attuazione dell’accordo i firmatari ribadiscono che ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile e saranno attuate misure adeguate nei confronti di colui o coloro che li hanno posti in essere. Inoltre i comportamenti molesti e la violenza subiti nei luoghi di lavoro vanno denunciati, e quindi occorre agire per rimuovere il più possibile gli ostacoli che impediscono o rendono difficili le denunce. A tal proposito il report ISTAT documenta che una grande maggioranza del 69,6% delle donne che ritiene  grave il ricatto subito sul posto di lavoro non ne ha parlato con nessun collega e/o superiore, e quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine. Le parti firmatarie dell’accordo sardo dichiarano che sono inaccettabili e vanno denunciati e contrastati anche i comportamenti assimilabili allo stalking e il mobbing da maternità. L’accordo prevede tra l’altro la firma di una dichiarazione dell’azienda che “ritiene inaccettabile ogni atto o comportamento che si configuri come molestie o violenza nel luogo di lavoro e si impegna ad adottare misure adeguate nei confronti di chi le ha poste in essere”.                                                    

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