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Veneto. Incidente Acciaierie Venete, Fim Cisl: “Inaccettabili questi incidenti, sembra essere tornati agli anni ’70. Investimenti e cultura della sicurezza”

Pubblicato il 14 Mag, 2018

Padova, 14 Maggio 2018 – Nella mattinata di domenica 13 maggio c’è stato l’ennesimo grave infortunio in Veneto nel settore metalmeccanico presso le Acciaierie Venete di Riviera di Francia, nella zona industriale di Padova. Quattro operai sono rimasti ustionati e sono in condizioni gravissime. L’incidente si sarebbe verificato a causa della rottura di alcuni supporti che sostengono i tubi nei quali scorre l’acciaio allo stato liquido.

“E’ il terzo grave indicente in una acciaieria nel Veneto dall’inizio dell’anno – dichiara Massimiliano Nobis segretario Fim Veneto– questo incidente si aggiunge ad altri due infortuni mortali che hanno coinvolto un operaio della Acciaierie Beltrame lo scorso 22 febbraio e il 31 gennaio, ad un operaio manutentore di una ditta in appalto che lavorava presso l’Aso di Vallese Oppeano di Verona. Stiamo monitorando i dati ed emerge con chiarezza che gli infortuni e gli incidenti aumentano in due settori del comparto metalmeccanico: lavoratori delle acciaierie e lavoratori di aziende in appalto. Qui sta la vera emergenza, occorre intervenite per far rispettare le regole e le leggi e per garantire il rispetto dell’incolumità fisica. Molte aziende sono sorde rispetto a denunce dei delegati sindacali e della sicurezza. La formazione deve essere più qualifica, insieme agli investimenti. Deve crescere una nuova cultura che identifica nel “quasi infortunio” la soglia di allarme. Abbassiamo il limite del pericolo. Gli strumenti tecnologici e digitali siano strumenti a servizio della sicurezza dei lavoratori e non al loro pedinamento da parte dell’azienda.

Per Nicola Panarella segretario della Fim Cisl Padova: “40 anni di esperienza in questo settore non hanno insegnato nulla, siamo tornati agli anni ’70. Ormai ogni giorno dobbiamo sopportare notizie di infortuni gravi o mortali. Il rischio è che diventi usuale, come se fosse qualcosa di normale, che fa parte della quotidianità. C’è un chiaro grido di aiuto che ci arriva da migliaia di lavoratori impegnati in aziende in cui si svolgono attività lavorative pericolose. Non bastano più le norme (sistematicamente disattese), non bastano più le proteste sindacali (che rischiano di cadere nel nulla). Occorre una seria analisi degli eventi e controlli sistematici e approfonditi, che oggi non vengono svolti per l’inadeguatezza degli investimenti. Oggi è successo per l’ennesima volta, ma succederà ancora! In un’altra azienda e per altri motivi! Fino a quando dovremo assistere impotenti all’evolversi di queste tragedie?”
Con Fiom e Uilm nei prossimi giorni valuteremo le iniziative da intraprendere conclude Nobis anche a fronte del prossimo incontro con gli assessori regionali alla Salute Coletto e al Lavoro Donazzan.

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