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Veneto. Paglini (Cisl): “Belluno. Diversificazione, innovazione tecnologica e formazione per uscire dalla crisi”

Pubblicato il 15 Mar, 2021

Belluno, 15 marzo 2021. Diversificazione, innovazione tecnologica e formazione. Sono queste per il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini le tre chiavi da cui ripartire per affrontare la crisi senza precedenti che sta colpendo il tessuto economico e l’occupazione in provincia di Belluno.

Da un lato il crollo dell’export certificato dai recenti dati della Camera di Commercio, che vede il Bellunese fanalino di coda del Veneto con -21,8% delle esportazioni nel 2020 rispetto all’anno precedente, pari a una perdita di 900 milioni di euro. Il risultato è condizionato dall’occhialeria, che muove il 65,4% dell’export provinciale e che chiude l’anno con un crollo del -27,5% rispetto all’anno scorso (-787 milioni di euro). Dall’altro lato il report di febbraio di Veneto Lavoro sull’andamento dell’occupazione, che vede Belluno – unica provincia in Veneto – ad avere un saldo superiore a quello del 2020 (+753 contro +133) e un lievissimo rialzo delle assunzioni (+1,2%).
“Questi numeri non traggano in inganno – commenta Paglini -: la dinamica dell’occupazionale è sostanzialmente uniforme su tutto il territorio regionale. Per quanto riguarda la provincia di Belluno riteniamo che sia stato l’evento straordinario dei Mondiali di Cortina di febbraio ad aver richiesto occupazione aggiuntiva temporanea ‘falsando’ il dato. Se così non fosse vedremo i dati di marzo per capire meglio la dinamica sottostante. Però non si spiegherebbe diversamente, non a caso le assunzioni di febbraio sono rimaste sui livelli dei due anni precedenti e il saldo è cresciuto”.
“A parte questo fatto positivo ma estemporaneo – prosegue Paglini – i problemi rimangono tutti sul tappeto, a partire dalla grave crisi che sta colpendo l’economia bellunese, con il settore del turismo di fatto bloccato dalla pandemia e alcune vertenze – Acc, Ideal Standard e Safilo – che mettono a rischio un migliaio di posti di lavoro in un territorio che soffre più di altri per il lento e inesorabile spopolamento, che implica una riduzione della forza-lavoro, e la carenza di infrastrutture materiali e immateriali”.
A preoccupare Paglini è anche il peso del settore dell’occhialeria nell’economia del territorio. “Se poi pensiamo che il 65% delle esportazioni – afferma il segretario generale della Cisl territoriale – è legato all’occhialeria è chiaro che la debolezza di questo comparto rischia di trascinare giù l’intera provincia se non vi dovessero essere inversioni del mercato mondiale. Da qui bisogna ripartire per ripensare lo sviluppo del Bellunese: per recuperare competitività, oggi più che mai è necessario diversificare, puntare anche su settori diversi, innovare e al contempo mettere in campo percorsi virtuosi per la riqualificazione e la ricollocazione del personale. Per questo chiediamo alle istituzioni di unirsi in un tavolo provinciale per la progettazione di un nuovo modello di sviluppo. I settori tradizionali soffrono e per Belluno servono idee nuove e innovative oltre che risposte per renderle competitive a partire da infrastrutture, centri di ricerca, sinergie con la scuola e l’università, insomma un nuovo modello di sviluppo che agganci il treno del Next Generation EU così da far rifiorire l’intero territorio”.

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