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Veneto. Primo maggio 2020 festa dei lavoratori. Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro

Pubblicato il 30 Apr, 2020

Belluno, 30 aprile 2020 – È un Primo Maggio diverso, quello di quest’anno, senza visione di futuro, ma tutto da costruire e forse da ricostruire. Il nostro primo pensiero va ai lavoratori che oggi sono in prima linea, in particolare quelli del socio-sanitario e delle case di riposo, che stanno reggendo il colpo della fase acuta del contagio, coscienti del loro ruolo e che subiscono il continuo calare dei tagli al servizio, che oggi si materializza nell’assenza di organici necessari alle turnazioni e ai riposi.

È un Primo Maggio all’insegna dell’analisi di quanto accaduto, delle necessità vere per gestire la prima fase della ripresa delle attività, per costruire un nuovo senso di comunità e dell’unitarietà di lavoratori e cittadini. Nulla sarà come prima, ma Cgil, Cisl e Uil hanno dimostrato di essere state presenti e insieme intendono tracciare le prospettive del domani.

A) IL MERCATO DEL LAVORO

2018 su 2017 2019 su 2018
saldo saldo
Assunzioni 35445 1325 33355 70
Industria 330 1160
servizi 955 -1130
Assunzioni t. indeterminato 3715 375 4880 2050
Industria 1705 +230 2710 +1435
Made in Italy 165 Es. Luxottica 1080
Meccanico -75 Es. diCrescita 185
Ass. Tempo Determinato 23465 22695
Industria 3285 2755
Ass. Somministrato Indeterminato 210 +135 560 -230
Ass. Somministrato Determinato 6845 +405 3955 -1200

Abbiamo fatto il confronto fine 2019 su fine 2018 solo per fare una semplice analisi che evidenzia come già sul finire dell’anno si stesse materializzando una curva occupazionale decrescente, figlia di una decrescita economica che aveva fatto rivedere a ribasso il PIL italiano e anche quello veneto.Il dato generale consolidava un saldo sensibile sia nel numero globale delle assunzioni che nel saldo generale (solo 70). Si registrava comunque la buona tenuta dei due macro settori dell’industria bellunese, sia nelle assunzioni a tempo indeterminato che nel saldo finale che risulta importante nel Made In Italy, probabilmente per effetto delle stabilizzazioni Luxottica. Infatti si fa meno ricorso al lavoro somministrato, mentre è dimezzato quello a tempo determinato.
Il calo più importante si registra nei servizi (-1130 il saldo ) che per la prima volta in diversi anni inverte il trend positivo, mentre cresce il saldo nel lavoro agricolo (+40 per il secondo anno).
Ma qualunque analisi salta con l’avvento del Covid-19 e a partire da febbraio accadono forti evoluzioni nelle imprese e nelle dinamiche occupazionali; per altro non esistono dati che riescono a fotografare l’esistente e le stime sono riconducibili ad una visione nazionale al massimo veneta.
La stima attuale è che la chiusura delle attività turistiche, anticipando a fine febbraio/inizio marzo il termine della stagione invernale (che solitamente dura sino a Pasqua) abbia lasciato sul campo almeno 3000 addetti stagionali (dato Osservatorio Camera di Commercio Treviso Belluno), sia per l’aumento delle cessazioni che per le mancate assunzioni di inizio dell’edilizia/attività agricole e silvicoltura (poi riaperte). In parallelo, la fase di lockdown presenta l’utilizzo di ammortizzatori sociali COVID 19, che coprono per almeno 9 settimane, ora prorogate di altre 9, la totalità dei lavoratori dipendenti e autonomi (il bonus di 600 €).
Si segnala il dato di incremento della CIGO del +2486%, pari a 1,3 milioni di ore autorizzate per effetto della richiesta di Luxottica (anch’essa inserita nel comparto Meccanico) che grava su INPS Belluno per tutti i suoi stabilimenti; come sempre va ricordato che parliamo di autorizzazione e non di utilizzo, che invece sarà molto più mirato e ridotto rispetto alle richieste iniziali che ovviamente coinvolgono le intere strutture aziendali.
In questo contesto va registrato un dato anomalo, ma facilmente spiegabile, come quello della crescita del lavoro domestico: l’esigenza di certificare gli spostamenti ha indotto ad una nuova fase di regolarizzazione, come dalle richieste di nuovi sussidi si è compresa la presenza di nicchie di lavoro non denunciato. Da qui prenderà forse corpo la nascita del sussidio REM, Reddito di emergenza, per quei casi non identificabili con il reddito di Cittadinanza.

B) LE MACRO CONSEGUENZE ECONOMICHE DELL’ECONOMIA
Caduta del Pil del 9%
Crescita deficit oltre il 5% Pil
Crescita debito pubblico dal 132% al 140/150%
Contrazione generale dei redditi, perdita posti di lavoro e maggiore precarietà: nuove povertà.
Tenuta del sistema welfare (pensioni, sanità. Sostegno alle famiglie)
La fragilità sociale: più reddito di cittadinanza, o di REM.
Difesa del sistema industriale italiano da acquisti selvaggi; un nuovo sistema produttivo maggiormente legato alla domanda interna (nuovo sistema legato al sociale e alle dinamiche ecologiche)
Riorientare investimenti pubblici su sanità, socio-sanitario, scuola e formazione

 

C) RIPRESA ATTIVITA’ PRODUTTIVA
Ripartire solo con la sicurezza nei luoghi di lavoro (protocollo del 24 aprile): verifica e costituzione di protocolli per tutti i settori (oltre a quelli a livello aziendale) garantendo il ruolo fondamentale del Delegato dei lavoratori alla sicurezza (anche territoriale)
Governare con la contrattazione gli orari di lavoro, le modifiche organizzative derivanti dal distanziamento sociale, e i fermi produttivi per mancanza ordini.
Politiche attive: ripartire dal nostro tavolo provinciale, competenze e formazione, evitare la dispersione del capitale produttivo in tutti i settori; finito il lockdown si rischia di perdere il capitale umano formato ed oggi occupato solo in forma precaria (1200 posti lavoro in somministrazione ed oggi sospesi).
Agevolare lo smart-working e i congedi parentali in azienda per facilitare le famiglie nella gestione della conciliazione vita-lavoro (cfr progetto consorzio BIM).
Un piano di emergenza generale sui trasporti sia per il lavoro, e poi per l’apertura delle scuole.
Il Fondo WELFARE e IDENTITÀ TERRITORIALE come strumento della solidarietà sociale in provincia, reggere per continuare a vivere nel territorio, sostenendo i progetti già deliberati. Definire nuovi premi di risultato e welfare aziendale con ricadute sui negozi di vicinato

D) QUALE POLITICA INDUSTRIALE ED ECONOMICA PER BELLUNO?
Censire i nuovi bisogni per riconversione parziale delle nostre fabbriche (manifattura, componentistica, stampi, elettronica, occhiali)
Politiche attive: ripartire dal nostro Tavolo provinciale delle Politiche Attive, competenze e formazione, evitare la dispersione del capitale produttivo in tutti i settori; finito il lockdown si rischia di perdere il capitale umano formato ed oggi occupato solo in forma precaria (1200 posti lavoro in somministrazione ed oggi sospesi).

Ragionare di filiere locali (manifatturiero e artigianato), economie circolari (turismo, legno, ambiente, e prodotti locali)
Patto territoriale con categorie economiche e istituzioni. Mai come adesso bisogna uscire dai personalismi e assumere una visione comune per la ripartenza

E) INVESTIMENTI A BELLUNO
Dare seguito ai cantieri per Cortina 2021, ai lavori di governo e recupero del territorio (fondi Vaia)
Puntare sullo sviluppo della ferrovia
Adeguare l’infrastruttura Internet per permettere a lavoratori e studenti di svolgere il loro compito. Esigenza di adeguamento della rete per poi sostenere azioni di lotta alla povertà digitale.

E) DIRITTO ALLA SALUTE, ALLO STUDIO, ALLA FAMIGLIA
Un piano di investimenti nazionali e regionali per rafforzare la sanità e dare sviluppo reale alla medicina del territorio (strutture, assunzione medici e OSS)
Un investimento negli asili e nella scuola
Un rafforzamento degli strumenti locali per le famiglie.

Guardiamo al futuro con ottimismo: il cammino sarà lungo e in salita, ma Cgil Cisl e Uil di Belluno invitano tutti all’unità. Insieme, ancora una volta, sapremo farlo.

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