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Veneto. Sindacati: “Ancora violenza nella sezione di Salute mentale del carcere di Belluno”

Pubblicato il 6 Nov, 2020





Belluno, 6 novembre 2020. Minacce verso i poliziotti e gli altri detenuti, violenza e furia distruttiva. Situazione nuovamente critica nella Sezione per la tutela della salute mentale del carcere di Belluno. Nei giorni scorsi un detenuto si è reso protagonista di una escalation di episodi di violenza, scagliandosi su sedie, porte, finestre e tavoli. Fortunatamente gli episodi si sono limitati alla distruzione di beni dell’amministrazione e non hanno provocato danni fisici a detenuti e poliziotti. Altissima però la tensione fra gli altri ristretti e il personale di polizia penitenziaria.
Per questo, i Sindacati territoriali di polizia penitenziaria hanno scritto al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Triveneto e per conoscenza al direttore della Casa circondariale di Belluno, all’assessore alla Sanità della Regione Veneto e al Prefetto di Belluno una lettera per chiedere ancora una volta la chiusura immediata della sezione per la tutela della salute mentale. Ma non solo.
Robert Da Re (Cisl Fns), Giordano Morriello (Fsa Cnpp), Luisa Baschiera (Cgil Fp Pp), Luca Garrisi (Sappe), Giuseppe Ongaro (Osapp) e Pietro Falletta (Uspp), a nome di tutto il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Belluno, chiedono l’implemento della pianta organica e contestualmente la veloce assegnazione di altro personale e l’intervento urgente dell’ufficio tecnico del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per verificare l’idoneità della sezione in esame. “Non sono escluse nuove iniziative di protesta se le richieste dovessero rimanere ancora una volta inascoltate – spiegano i rappresentanti sindacali – . Ricordiamo che nella casa circondariale di Belluno il personale di polizia penitenziaria è in stato di agitazione dall’ottobre 2018”.
Eppure, in questi due anni, non è stato preso alcun provvedimento, denunciano i Sindacati nella lettera. “È palese – scrivono – che la struttura bellunese non è in grado di gestire particolari utenze, mettendo a repentaglio l’incolumità psicofisica del personale di servizio. Prova ne è la delibera della Regione Veneto 793 dell’11 giugno 2019 la quale evidenza la necessità di predisporre una struttura adeguata. Delibera che non ha ancora trovato realizzazione, nonostante la sezione debba terminare la sua funzione nell’istituto bellunese alla fine del 2020 o inizio 2021”.
Il personale di polizia penitenziaria di Belluno è stremato, anche a causa della forte carenza di personale, che spesso lavora sotto la soglia minima di sicurezza ed è costretto a ricoprire più posti di servizio. “I poliziotti – concludono i rappresentanti sindacali – si sono caricati dell’onere di una nuova sezione con evidenti peculiarità, senza battere ciglio e con inevitabile senso di abnegazione. Sacrifici non ritenuti tali dall’Amministrazione che non sembra intenzionata a prendere in seria considerazione le problematiche che gravano fortemente sull’istituto bellunese e più precisamente sul personale che vi opera”.

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