“La notizia delle dimissioni di Tavares non ci addolora. E’ stato un manager che in questi anni ha invertito completamente la rotta lungimirante di Marchionne: non ha mai creduto nelle relazioni sindacali, ha delocalizzato tanta produzione italiana in altri Paesi, ha tagliato l’occupazione, ridotto gli investimenti soprattutto sull’innovazione. Non ci mancherà. Ma queste sue dimissioni devono determinare una svolta, un vero cambio di passo verso un serio e credibile piano industriale di Stellantis sull’automotive nel nostro Paese, assegnando nuovi modelli, alzando la capacità produttiva, rilanciando gli investimenti alle nuove tecnologie, confermando la Gigafactory di Termoli e salvaguardando tutti i posti lavoro diretti e dell’indotto”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra intervenuto oggi a Sky TG24 sul tema dell’automotive e le dimissioni dell’AD di Stellantis Tavares, sulla manovra e sullo sciopero di Cgil e Uil.
Il taglio da oltre 4 miliardi da parte del governo al fondo dell’automotive? “Come diceva Damiano – ha sottolineato Sbarra – sulla politica industriale il Paese deve investire, serve una nuova visione, vogliamo stare dentro il cambiamento e la trasformazione. Quelle risorse tagliate sul fondo secondo noi vanno ripristinate. C’è da sostenere gli investimenti, prorogare ammortizzatori sociali in scadenza già nei prossimi mesi negli stabilimenti Stellantis, sostenere il sistema delle imprese anche rispetto al costo dell’energia. Ecco perché condivido le valutazioni di Damiano quando richiama la necessità di considerare l’intera filiera dell’Automotive nel paese un pezzo importante e centrale della politica industriale. Ed è per questo che nel confronto che abbiamo fatto con il governo, anche con alcuni emendamenti che come Cisl abbiamo elaborato e presentato tramite alcuni gruppi parlamentari rispetto alla legge di stabilità abbiamo chiesto che quelle risorse tagliate già a partire dal 2025 vanno riconsiderate e ripristinate e assicurate per sostenere la prospettiva futura della filiera”.
Quanto alla manovra, alla domanda se il Governa faccia o no quello che dovrebbe fare sul fronte dell’occupazione e dei salari: “Molti dei contenuti di questa legge di stabilità – ha osservato Sbarra – recepiscono precise proposte e rivendicazioni che abbiamo avanzato in questi mesi come Cisl e molte anche avanzate unitariamente. E’ una legge di stabilità che dà una risposta forte per ciò che riguarda il sostegno ai redditi da lavoro dipendente, con la proroga strutturale del taglio del cuneo fiscale contributivo – ha aggiunto ricordando che si tratta di 14 miliardi di euro di risorse statali e si rivolge a quasi 19 milioni di lavoratrici e di lavoratori; viene reso strutturale l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, viene ripristinata la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione; viene prorogata la detassazione sul salario di risultato, sugli accordi di welfare, sui fringe benefit; conquistiamo 5,5 miliardi di euro per finanziare il rinnovo dei contratti pubblici; si investe, come sollecitato da noi, sulla famiglia, sulla natalità, nella situazione di difficoltà, si aumenta il Fondo Sanitario Nazionale.
Certamente bisogna fare molto di più anche per recuperare l’eccesivo definanziamento che c’è stato negli ultimi decenni; viene confermato per i prossimi 3 anni il sistema degli incentivi per l’occupazione di giovani, donne, lavoratori svantaggiati soprattutto nel Mezzogiorno dove si finanzia con un miliardo e seicento milioni la Zes unica. Certo non tutto va bene. Ci sono aspetti che noi pensiamo vadano migliorati, cambiati, perché non ci convincono, ed è la ragione per la quale stiamo chiedendo al Governo e ai gruppi parlamentari precisi impegni per cambiare – ha detto citando il ripristino del fondo sull’Automotive come cubatura finanziaria, eliminare i tagli strutturali agli organici nel mondo della scuola, va sanato questo parziale blocco del turn over negli enti locali, vanno aumentate le pensioni minime e poi va operato un deciso e forte taglio delle tasse al ceto medio che fa fatica a recuperare e salvaguardare il potere d’acquisto. Ma tutto questo lo possiamo fare attraverso il dialogo ed il confronto. Non è una manovra da sciopero generale perché ripeto ci sono molte luci e ombre che possiamo recuperare attraverso il confronto” – ha concluso il leader della Cisl