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Lavoro. Romani: “Preoccupazione per calo occupazione . Le causali dei contratti a termine restino affidate alla contrattazione collettiva”

Pubblicato il 9 Gen, 2023

“Dopo una crescita pressochè ininterrotta da inizio 2021, i dati sull’occupazione avevano avuto qualche battuta di arresto la scorsa estate, per poi tornare a crescere, con una buona performance soprattutto dei contratti a tempo indeterminato. Ora però i dati di novembre ci dicono che l’occupazione torna a diminuire e che a calare sono soprattutto gli occupati stabili, con oltre 90.000 unità in meno, calo non compensato dalla crescita, pur notevole, degli occupati a termine”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Giulio Romani, commentando i dati Istat di oggi.

“Se l’aumento dell’occupazione stabile nei mesi scorsi era in parte interpretabile con il perdurare del rimbalzo post-covid e con l’esigenza delle aziende di tenersi stretti alcuni profili professionali carenti- sottolinea Romani- i dati di novembre, se confermati nelle prossime settimane, ci dicono che entrambi questi effetti si stanno esaurendo. In particolare la carenza di alcuni profili professionali ora sembra stia fungendo da freno in alcuni settori. Ma c’è dell’altro: probabilmente iniziano a farsi sentire più pesantemente, sulle scelte imprenditoriali, gli effetti dell’inflazione sulle materie prime e, più in generale, delle difficoltà negli scambi internazionali. In questo clima occorre spingere al massimo su politiche per la crescita economica, misure anti-inflattive, accelerazione del Piano nazionale nuove competenze, da concordare tra governo e parti sociali, mentre non convincono le scelte che, da alcune prime indiscrezioni, porterebbero il governo ad allargare le maglie delle assunzioni a termine con un prossimo decreto legge, perpetuando uno sterile “tira e molla” sulle norme lavoristiche che speravamo si fosse interrotto”.

“Restiamo convinti che la norma del 2021 che ha ri-affidato alla contrattazione collettiva, anche aziendale, le causali per le assunzioni a termine assicuri l’equilibrio migliore tra esigenze di buona flessibilità e contrasto agli abusi e che andare a modificare tale equilibrio sarebbe dannoso per il mercato del lavoro e creerebbe un clima in cui diventerebbe difficile costruire un patto contro l’inflazione e per il lavoro come la Cisl da tempo chiede”, conclude Romani.

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