“E’ quindi un’ottima notizia la decisione del Governo di avviare martedì 10 novembre un tavolo con il sindacato e le associazioni datoriali su queso tema. Alla ministra Catalfo illustreremo le nostre proposte, consapevoli che le dinamiche del lavoro 4.0, accelerate dalla pandemia, invocano il più grande investimento di sempre sulla formazione come diritto universale delle persone nel mercato del lavoro”.Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, concludendo un webinar del sindacato di Via Po sulle politiche attive. “L’Italia – ha aggiunto – ha bisogno di un grande piano nazionale per la riqualificazione delle abilità digitali, per il rilancio di una filiera delle competenze che unisca pubblico e privato, per l’istituzione di sistemi territoriali che colleghino in modo efficiente università, scuole, lavoratori, aziende. Bisogna capitalizzare le risorse che vengono dall’Europa e quelle nazionali, a cominciare dal Fondo nuove Competenze, valorizzare il ruolo dei Fondi interprofessionali, ripensare a un Reddito di Cittadinanza generativo, in grado di attivare e collegarsi a percorsi professionalizzanti e di mettersi in rapporto al mercato del lavoro. Occorre ripristinare l’assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi, potenziare i servizi per l’impiego, rafforzare la dotazione umana e strumentale dei Centri per l’impiego, implementare banche dati davvero interconnesse. C’è da rilanciare ruolo e regia nazionale di Anpal in un panorama di politiche davvero troppo frammentato e disomogeneo da Nord a Sud. L’obiettivo storico è quello di costruire finalmente intorno alla persona alla una rete di protezione e promozione costante, che assicuri tutele, riqualificazione, sostegno al reddito durante tutte le transizioni scuola-lavoro e lavoro-lavoro. Una riforma attesa da tanti anni, e che ora, di fronte alle spinte disgreganti della crisi pandemica, diventa davvero irrimandabile. Per concretizzarla e coglierne a pieno le opportunità va aperto un cantiere concertato, che metta a frutto competenze, energie e responsabilità di forze sociali, istituzioni nazionali e locali”, ha concluso.