“Gli andamenti del mercato del lavoro di maggio confermano una tendenza di lungo periodo positiva. In un anno gli occupati sono aumentati di 408mila unità, sia tra i dipendenti a tempo indeterminato sia tra gli autonomi. Si riducono i contratti a termine, con 155mila lavoratori in meno, e calano anche gli inattivi, diminuiti di 320mila unità. Crescono leggermente i disoccupati, con un aumento di 15mila persone, segnale però di un mercato più dinamico in cui più persone si rimettono attivamente in cerca di lavoro.
«Sono dati positivi – commenta Mattia Pirulli, Segretario Confederale della CISL – che fotografano un mercato in movimento, ma dobbiamo leggere la realtà senza pregiudizi: la nuova occupazione non è fragile per via dei contratti, che anzi mostrano una riduzione della precarietà, ma perché continua a concentrarsi in settori a basso valore aggiunto e bassa produttività, con effetti negativi sulle retribuzioni e sulla qualità del lavoro». Pirulli sottolinea come sia importante distinguere tra chi utilizza correttamente le flessibilità in ingresso e chi, invece, ne fa un uso distorto e opportunistico.
Restano inoltre criticità strutturali che non possono essere ignorate. L’inattività giovanile e femminile rimane troppo alta, nonostante i segnali di miglioramento, e continua la difficoltà delle imprese a reperire personale qualificato, anche a causa dei cambiamenti demografici e del persistente disallineamento tra domanda e offerta di competenze.
Secondo la CISL, è su queste fragilità che occorre intervenire con decisione. Servono politiche industriali in grado di accompagnare le transizioni ecologica e digitale e sostenere l’innovazione per far crescere la produttività. È necessario rafforzare la formazione di nuove competenze, a partire dall’orientamento scolastico e universitario, migliorare la qualità del sistema di istruzione e rendere la formazione regionale più coerente con le esigenze del mercato del lavoro. Va rilanciata la formazione continua per evitare l’obsolescenza delle competenze e potenziato il contratto di apprendistato, in particolare nella sua forma duale, valorizzando la componente formativa e rendendolo più conveniente per le imprese anche attraverso un riequilibrio degli incentivi. È fondamentale, inoltre, sostenere l’occupazione femminile con più servizi per l’infanzia e per gli anziani, promuovere una reale condivisione dei congedi parentali tra uomini e donne e incentivare le aziende che introducono misure di conciliazione contrattate e realmente accessibili per entrambi i generi.
«Dobbiamo puntare – conclude Pirulli – su un lavoro stabile, di qualità e capace di garantire retribuzioni dignitose, investendo sulla crescita delle competenze e sulla valorizzazione delle persone. Solo così potremo rafforzare il mercato del lavoro e dare risposte alle esigenze delle imprese e dei lavoratori».