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Occupazione. Pirulli: “La formazione è il vero antidoto contro l’esclusione dal mercato del lavoro”

Pubblicato il 8 Apr, 2024

“Sono preoccupanti i dati che vedono l’Italia sotto la media europea per la formazione degli adulti, un gap che resta elevato anche nella fascia dei 18-24enni, in coerenza, purtroppo, con l’elevato drop out scolastico, l’altrettanto elevato numero di NEET (seppur in calo rispetto al passato) e il basso numero di laureati”. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl, Mattia Pirulli, commentando l’indagine Istat sulla formazione degli adulti (AdultEducation Survey) riferita al 2022.

“Quasi l’80% dichiara che non ha interesse a formarsi e gli altri sono spesso frenati dai costi. Inoltre la partecipazione ad attività formative non solo si riduce con l’età ma si rivela strettamente legata a condizioni sociali quali il livello di istruzione nonché il livello di istruzione dei genitori. Colpisce la mancata comprensione, anche tra gli stessi lavoratori, dell’importanza della formazione continua, che invece è fattore fondamentale sia per dare risposte alla perdurante carenza di competenze sia per evitare che i lavoratori con competenze basse ed obsolete scivolino in lavori sottopagati, in lavoro grigio oppure nella disoccupazione o nell’inattività. Il dibattito sul lavoro in Italia, da sempre concentrato sui temi delle tipologie flessibili e della retribuzione, in questo senso non ha aiutato.
Invece è la formazione il vero antidoto contro il rischio esclusione e il lavoro sottopagato, nonchè contro la scarsa mobilità sociale in Italia, dove la provenienza familiare fa ancora la differenza. Occorrono maggiori finanziamenti per rafforzare l’intera filiera dell’istruzione, portando a termine le riforme previste dal PNRR, compresa quella dell’orientamento che, indirizzando i giovani verso competenze richeste dal mercato, possono accrescere l’appeal dei percorsi anche universitari. Così come vanno aumentati i finanziamenti per incoraggiare il ricorso all’apprendistato duale e potenziare la programmazione dell’offerta formativa regionale. Non si tratta di spese “a debito”, ma veri e propri investimenti per il futuro.
Resta strategica una formazione continua di qualità al fine di garantire l’aggiornamento alle innovazioni tecnologiche e organizzative, per consentire sviluppo professionale e prevenire il rischio esclusione dalle transizioni digitali ed energetiche. Per questo va rafforzato ulteriormente il ruolo dei Fondi interprofessionali delle parti sociali, che rappresentano di gran lunga la principale fonte di finanziamento della formazione degli adulti, nonché la più efficace.
Infine occorre una azione della contrattazione collettiva per affermare la formazione di qualità come diritto individuale, anche nelle micro e piccole imprese”.

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