CISL
CISL

  1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. In Evidenza
  6. /
  7. Occupazione. Pirulli su dati...

Occupazione. Pirulli su dati Inps e Istat: “Più partecipazione e contrattazione per far crescere economia e lavoro”

Pubblicato il 30 Ott, 2025

“Dopo l’interruzione nella crescita dell’occupazione registrata ad agosto – una tendenza positiva che durava da quattro anni – i dati di settembre tornano a segnare un aumento. Gli occupati crescono di 67.000 unità, concentrati soprattutto tra donne e under 35, con un incremento del lavoro stabile (+97.000) e una diminuzione del lavoro a termine (-29.000). Aumentano anche le persone in cerca di occupazione (+31.000), dato probabilmente legato alla consistente riduzione degli inattivi (-99.000). L’occupazione cresce anche rispetto a settembre 2024, sebbene con un ritmo più contenuto. In lieve calo, rispetto a un anno fa, sia le ore di cassa integrazione, sia i beneficiari della NASpI. I dati diffusi oggi da Istat e Inps delineano un quadro in cui la carenza di competenze, ormai diffusa in tutti i settori, e la lenta crescita delle retribuzioni – che sostenute dai diversi rinnovi contrattuali stanno recuperando l’impatto dell’inflazione – spingono più persone, in particolare donne e giovani, ad entrare o rientrare nel mercato del lavoro, favorendo l’occupazione stabile”, sottolinea il Segretario Confederale Cisl, Mattia Pirulli. “Tuttavia, con un PIL fermo nel terzo trimestre 2025 e una crescita annua limitata allo 0,4%, le potenzialità del mercato del lavoro rischiano di rallentare. Serve un patto tra Governo e parti sociali per rilanciare la produttività, investire nelle competenze, sostenere la crescita economica e rafforzare le retribuzioni. Occorre migliorare la legge di bilancio, valorizzando i contratti comparativamente più rappresentativi, investendo in scuola, università e ricerca e rifinanziando la legge sulla partecipazione. La contrattazione, la partecipazione e la corresponsabilità devono diventare la leva per far crescere un Paese che ha grandi potenzialità ma ha bisogno di politiche e relazioni industriali più forti e moderne”.