“Questo Paese continua ad investire poco sul tema della sicurezza e della sicurezza negli ambienti lavorativi. Tante imprese continuano a considerare questo tema un costo e non un grande investimento. Abbiamo aziende poco innovative, poco tecnologiche, abbiamo percorsi di formazione e apprendimento molto insufficienti e di scarsa qualità. E poi paghiamo un debito storico. Abbiamo assunzioni bloccate da tanti anni nei ruoli ispettivi e di controllo”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ai microfoni di ‘Giù la maschera’ su Rai Radio 1 sul tema della salute e sicurezza sul lavoro e delle malattie professionali anche alla luce del Report appena pubblicato dalla Cisl .
“Nel nostro Report abbiamo analizzato i dati nei primi semestri del 2024. Si sono registrati aumenti sia degli infortuni sia delle morti sul lavoro. Le ispezioni sono poche e non mirate e poi c’è anche un’età media dei lavoratori sempre più alta che contribuisce ad elevare il numero degli incidenti. A tale riguardo nel nostro Report mettiamo in chiaro che il fenomeno colpisce soprattutto persone tra i 60 e i 64 anni impegnate in mansioni rischiose. Pensiamo quindi che ispezioni basse, repressione insufficiente, poca prevenzione, determinano un aumento di questa lunga scia di sangue che va fermata, bloccata”. Alla domanda relativa al tipo di aziende più esposte a questo rischio: “In modo particolare – ha spiegato Sbarra – c’è un aumento degli infortuni e delle morti negli ambienti lavorativi nei cantieri edili, nelle attività della logistica. E da questo punto di vista noi abbiamo concentrato molto nel confronto con il Governo questa impostazione di lavorare su una patente a crediti nell’edilizia, nel lavoro autonomo, nei cosiddetti cantieri mobili. Questa patente a crediti dovrebbe entrare in vigore il primo ottobre prossimo. Abbiamo dovuto lavorare in queste ultime giornate perché in Parlamento c’era un tentativo di alcuni gruppi parlamentari di presentare emendamenti per rinviare l’entrata in vigore di questa misura che è assolutamente centrale ed importante nell’edilizia. Noi chiediamo di estenderla anche ad altri settori, comparti e filiere perché impegna le aziende ad investire sulla qualità del lavoro, sulla responsabilità sociale, a rispettare scrupolosamente le norme legislative e contrattuali, ad investire sulla formazione, pena la sospensione della patente ed il blocco delle attività”.
Quanto al decreto 103, ed in particolare al comma 8 dell’art. 5 in base al quale sarebbe previsto di anticipare alle aziende i futuri controlli: “E’ assolutamente sbagliato”. Ma “se non abbiamo un numero adeguato di ispettori i controlli non si fanno ed ecco la ragione per la quale intervengono norme che tendono un po’ a semplificare o addirittura ad anticipare i controlli”. Per questo motivo “stiamo continuando a pressare il Ministero del Lavoro, il Governo, ad accelerare sulle misure di reclutamento degli ispettori. Finalmente il Governo, su nostra sollecitazione si è impegnato a reclutare nei prossimi mesi quasi mille nuovi ispettori e tecnici della prevenzione, l’Inps sta avviando le procedure concorsuali, per una parte anche l’Inail, il Ministero del Lavoro”.
“Assumere più ispettori, medici del lavoro, tecnici della prevenzione, è per noi un elemento centrale. Importante è anche incrociare le banche dati informatiche degli enti e delle amministrazioni preposte ai controlli” . Il leader della Cisl ha poi voluto valorizzare alcuni primi risultati ottenuti con il confronto con il Governo: “Finalmente si definisce che lungo la catena degli appalti si assume come riferimento il contratto collettivo maggiormente e comparativamente rappresentativo” dato che “tanti infortuni, anche mortali, si verificano attraverso la pratica degli appalti e dei subappalti dove vengono applicati contratti pirata”; vengono estese anche ai cantieri privati regole e requisiti dei cantieri pubblici; si investe di più sulla sorveglianza sanitaria. Noi pensiamo che le nostre proposte devono vivere nel rapporto con il sistema delle imprese, con le autonomie locali e soprattutto con il Governo” ha poi sottolineato spiegando che “per una maggiore attività di verifica stiamo chiedendo al legislatore di migliorare, rafforzare i poteri dei nostri delegati che abbiamo nei luoghi di lavoro. Nelle aziende o nel territorio bisogna far rispettare le norme legislative e contrattuali ma tutto questo non basta. Noi questa guerra la vinciamo non solo e soltanto con un inasprimento delle misure sanzionatorie e repressive ma qui serve un grande investimento sulla prevenzione e sulla formazione. Anche in ragione di tutto questo noi riteniamo che nei programmi scolastici, didattici andrebbe inserito il tema della salute e della sicurezza negli ambienti lavorativi. Fare un potente investimento a cominciare dalla scuola per aumentare la cultura della sicurezza che è anche cultura della legalità. Serve tanta prevenzione, tanta formazione a cominciare dalle scuole e poi serve tanta formazione negli ambienti lavorativi” ha detto annunciando di aver proposto, come Cisl, attraverso la leva della contrattazione di negoziare con le aziende almeno 8 ore di formazione al mese obbligatoria rivolta non solo ai lavoratori ma anche ai datori di lavoro. Ho apprezzato tantissimo il nuovo Presidente di Confindustria, Orsini, abbia dichiarato la volontà di sedersi ad un tavolo di confronto con il sindacato per negoziare e costruire un nuovo Patto sulla sicurezza negli ambienti lavorativi. Dobbiamo creare le condizioni perché attraverso la formazione nei luoghi di lavoro e nelle scuole si faccia un grande, potente investimento di natura formativa“.