“La recente aggressione che ha coinvolto la dottoressa del pronto soccorso del San Filippo Neri di Roma è un fatto di estrema gravità che conferma quanto la Cisl e la Cisl medici sostengono da tempo, ossia che esiste nel Paese, nonostante gli importanti provvedimenti adottati anche di recente dal legislatore, un importante serio e delicato problema di salute pubblica nazionale”. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, nonche’ reggente della Cisl Medici.
“Una brutta vicenda che si associa alle oltre 18.000 aggressioni attestate dalle statistiche dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie, che certifica come fra le vittime di atti di aggressione il 64% è rappresentato da lavoratrici donne. Purtroppo, l’aumento della recrudescenza della violenza a carico di medici e di altri operatori sanitari attesta è il segno che, evidentemente, quanto previsto con il recente decreto del settembre 2024 deve essere ulteriormente implementato a tutela della forte esposizione dei professionisti impegnati sulla prima linea del servizio sanitario nazionale.
In questo senso la Cisl e la CISL medici, alla luce della situazione determinatasi, insiste per prevedere nuove e forti azioni da intraprendere che dovranno trovare spazio nelle prossime misure da adottare a tutela dei sanitari a partire dalla necessità di disporre, nei piani sulla sicurezza aziendali, di una specifica valutazione del rischio aggressione, l’obbligatorietà della segnalazione alla Procura da parte dell’Azienda sanitaria, la costituzione di parte civile nei processi a carico degli aggressori delle Aziende, la previsione del danno all’immagine per l’Azienda e del danno esistenziale per il sanitario.
Considerata la delicatezza del problema, la Cisl e la Cisl medici ribadiscono la necessità di una maggiore presa di coscienza di un fenomeno che ha ormai raggiunto nel Paese limiti non più sostenibili”.