Il Report semestrale sulla contrattazione nazionale evidenzia i positivi effetti della contrattazione nazionale avventuta nel 2024 e il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni contrattuali già avviato a fine 2023 nel secondo semestre 2024 su una inflazione in netto calo, +1,3% a dicembre, a cui, aggiungiamo, si unisce per il 2024 un abbassamento della fiscalità sui redditi medio-bassi fortemente voluto dalla CISL, una azione sinergica e convergente che deve proseguire per far crescere ancora i salari anche nel 2025.
100 contratti leader nei settori del privato su 1017 depositati al CNEL, tutti sottoscritti da Cgil, Cisl, Uil, coprono il 96% delle lavoratrici e dei lavoratori.
Mentre il numero dei contratti complessivi aumenta da 971 a 1017 nel 2024 quello di Cgil, Cisl, Uil rimane in sostanza costante con una copertura del 96,3% dei lavoratori, come costante rimane il numero dei lavoratori coperti dalla contrattazione nazionale, 14.830.000, segno che i nuovi contratti firmati da altri sindacati sono poco e per nulla rappresentativi.
Il fenomeno del dumping ne esce ridimensionato ma deve essere affrontato per dare a tutte le lavoratrici e lavoratori i migliori trattamenti economici e normativi che solo una contrattazione di qualità può dare.
Positivo che il Cnel abbia avviato un lavoro per rendere più certi e trasparenti i dati sulla contrattazione nazionale e qualificare i contratti leader, operazione che può dare maggiori certezze alle lavoratrici e ai lavoratori ma anche alle imprese e un riconoscimento alla contrattazione collettiva di qualità ed al ruolo delle parti sociali.
La quota di dipendenti coperti da CCNL nel 2024 è aumentata dal 40% al 56%, seppur in presenza di una percentuale di CCNL scaduti che passa dal 59% al 62%. Oltre 6 milioni di lavoratori sono stati interessati dal rinnovo del contratto di lavoro.
Nel settore privato le retribuzioni orarie nel 2024 crescono del 4,4% nell’agricoltura, del 4,8% nell’industria e del 3,6% nei servizi: spiccano il + 6,4% del settore meccanico, il +5,3% del legno carta e stampa e il 5,1% del settore alimentare e positiva per il terzo trimestre consecutivo (dati ISTAT IV trimestre 2024). Il dato rimane negativo per la pubblica amministrazione con un -14,1%.
Anche i tempi attesa medi di rinnovo dei contratti sono in diminuzione, 4,1 mesi nel settore privato, ed a 11 mesi sul totale dei dipendenti, dato medio influenzato dalla situazione del settore pubblico.
Il rinnovo dei contratti collettivi nazionali deve proseguire nel settore privato, a partire dalla necessità della chiusura di quello del settore metalmeccanico data la sua rilevanza, 1,6 mln di lavoratori, dopo i recenti importanti rinnovi nel settore dell’edilizia ed elettrico e l’avvio delle trattative in quello dell’energia e petrolio; in maniera particolare sottolineiamo l’urgenza di rinnovare i contratti nel settore pubblico che è in evidente difficoltà.
La CISL ritiene fondamentale il rilancio e l’estensione della contrattazione decentrata, aziendale e territoriale, per la crescita delle retribuzioni, la redistribuzione dei benefici derivanti dalla produttività prodotta, la riorganizzazione e la riduzione dei tempi di lavoro, che possono essere conseguiti attraverso relazioni industriali realmente partecipative nello spirito e nei contenuti della nostra proposta di legge, cogliendo in positivo le sfide in atto della innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale in ambito economico e sociale.