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Rilevazione fabbisogni di lavoratori non comunitari per decreto flussi 2022

Pubblicato il 14 Giu, 2022

Si è tenuto, nei giorni scorsi, un incontro promosso dalla DG Immigrazione del Ministero del Lavoro con la partecipazione di sindacati e associazioni imprenditoriali, sulla rilevazione dei fabbisogni di lavoratori non comunitari ai fini dell’emanazione di un nuovo decreto flussi per l’anno 2022. Questo incontro ha seguito il recente avvio, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del processo di consultazione tra le diverse Amministrazioni coinvolte (Lavoro, Interni, Politiche agricole ed Esteri) e si è posto, in modo particolare, l’obiettivo di far emergere il fabbisogno stimato di manodopera ai fini della quantificazione delle nuove quote d’ingresso.

In avvio di riunione la DG Immigrazione ha reso noto ai presenti che in sede di coordinamento tra le Amministrazioni dello Stato coinvolte, al fine di soddisfare il fabbisogno manifestato dal mondo economico e produttivo, ha già anticipato la necessità di prendere come riferimento il numero delle domande presentate nel decreto flussi 2021 che, come confermato, sono state quasi tre volte superiori rispetto alle quote ammesse (oltre 205.000 istanze a fronte di 69.700 complessivamente autorizzate).

Tutti i rappresentanti imprenditoriali (settore agricolo, industriale, turistico-alberghiero, del terziario e dei servizi), con indicazioni numeriche più o meno dettagliate, hanno richiesto un aumento delle quote per soddisfare le aumentate necessità del mondo produttivo emerse dopo la crisi determinata dagli effetti dovuti dalla pandemia. E’ stata evidenziata anche la necessità di formare manodopera qualificata anche nei Paesi d’origine per contribuire a creare condizioni favorevoli per un maggiore incontro tra domanda e offerta di lavoro.

I rappresentanti del mondo produttivo del settore agricolo hanno richiesto un aumento delle quote a loro “riservate” rispetto a quelle previste nel decreto del 2021. In tal modo, hanno sostenuto, si potrà alleggerire l’aumentato carico di lavoro amministrativo che avranno inevitabilmente gli Sportelli Unici per l’immigrazione; inoltre, hanno sostenuto, si potrà avere una maggiore esigibilità delle quote stesse nei tempi giusti per la semina e la raccolta e per garantire la regolarità nella stipula dei contratti.

Come CGIL, CISL e UIL, abbiamo sostanzialmente ritenuto corretto prendere a riferimento il numero di domande presentare nel decreto flussi 2021 (oltre il triplo rispetto alle quote fissate), come ordine di grandezza rispetto al quale iniziare a ragionare per il prossimo. Quindi, abbiamo segnalato la necessità di aumentare le quote d’ingresso per lavoro subordinato, allargando i settori interessati, ampliando gli accordi con i paesi d’origine per ottenere una maggiore collaborazione nel contrasto al traffico di esseri umani e alla immigrazione irregolare. Inoltre, abbiamo sostenuto l’idea di valorizzare maggiormente lo strumento indicato nell’art. 23 del T.U. immigrazione che prevede quote per la formazione all’estero e tirocini successivi nelle aziende italiani di stranieri qualificati.
Su questo punto abbiamo ribadito che i decreti flussi stagionali, come strumento d’ingresso, sono parte di un corpo normativo (T.U. Immigrazione) che richiede una profonda revisione, particolarmente nei criteri di accesso legale per motivi di lavoro nell’interesse dei lavoratori e delle imprese.

Inoltre, da parte nostra, abbiamo valorizzato l’accordo stipulato tra le Federazioni di categoria che rappresentano i lavoratori in somministrazione e Assolavoro e il protocollo tra il Ministero del Lavoro e Interno, Ance e sindacati dell’edilizia sulla formazione e l’inserimento dei lavoratori rifugiati. Entrambi riteniamo essere esempi di buone prassi per una corretta integrazione. Una via maestra da percorrere per cambiare i criteri di accesso al lavoro e un ottimo esempio di dialogo tripartito che, in questo caso, è stato orientato a categorie fragili, ma che auspichiamo possa essere modello per ingressi dall’estero che siano maggiormente rispondenti ai bisogni che vengono manifestati dal mercato del lavoro.

A conclusione dell’incontro, la Direzione Generale Immigrazione si è impegnata a riportare fedelmente al Tavolo istituzionale sul decreto flussi, presieduto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, le richieste e i suggerimenti manifestati dalle Parti Sociali, compresi gli aspetti rilevati che coinvolgono direttamente altre Amministrazioni (Interni ed Esteri), impegnandosi ad aggiornarci su eventuali novità.
Sui tempi di uscita del nuovo decreto il Ministero del Lavoro, pur prevedendo tempi ragionevolmente brevi, non si è sbilanciato anche a causa di vincoli tecnici necessari per concludere il percorso da poco avviato.

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