25 novembre 2017. “Secondo l’Istat i ricatti sessuali sul lavoro in Italia colpiscono più di un milione di donne, ma è solo la punta dell’iceberg. È necessario attuare un’attenta vigilanza ed in questo anche la contrattazione ha un suo ruolo importante: prima di tutto educativo e poi nell’organizzazione del lavoro e nella cura della professionalità. Anche i dati valoriali che possiamo inserire nella contrattazione aiutano la crescita del rispetto”. E’ quanto sottolinea oggi la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un’intervista al quotidiano dei Vescovi “Avvenire” sulla giornata contro la violenza alle donne. “Il cambiamento passa anche attraverso il linguaggio. Credo sia una questione di tempo, più avremo donne che svolgono ruoli un tempo ritenuti maschili, più anche il linguaggio si adeguerà. È importante, perché questo sforza i cervelli di tutti, anche attraverso una battuta di spirito, a condividere un mondo in cui uomini e donne paritariamente svolgano i diversi ruoli» aggiunge la leader della Cisl. “Le denunce uscite da donne famose hanno scosso l’albero: se note attrici hanno raccontato che è successo pure a loro ed hanno reso pubblica parte della loro vicenda, forse da oggi molte donne meno famose, piegate da violenze inconfessate, troveranno il coraggio di dire: adesso basta”, sottolinea ancora la leader della Cisl. “Senza dubbio gli aspetti culturali legati al rispetto dei generi sono importanti per combattere la discriminazione. In questi anni nel mondo occidentale c’è stata una regressione spaventosa della convivenza nel rispetto delle donne, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La tivù pubblica e privata, ma anche tutte le espressioni culturali, devono fare la loro parte, diffondendo valori positivi e stigmatizzando quelli lesivi della dignità della donna”, ribadisce la Furlan nell’intervista.
La segretaria della Cisl rilancia nell’intervista anche la battaglia della Cisl contro la tratta e lo sfruttamento della prostituzione. “La schiavitù è ancora ben presente nel mondo, anche a pochi metri da noi. Ci sono centomila donne, persino ragazzine, vittime della tratta umana e costrette a vendere il loro corpo nel nostro Paese. Si tratta di veri e propri stupri, per questo come Cisl abbiamo deciso di sostenere la campagna promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Benzi per aiutare queste schiave a ritrovare la libertà: in tanti Paesi del Nord Europa la piaga è stata sconfitta punendo il cliente e bene hanno fatto i Comuni di Firenze e di Rimini ad applicare la stessa ordinanza. La libertà sessuale di andare con le prostitute è una “libertà” esercitata nei confronti di chi libera non è”.
Ed in occasione della Giornata di oggi, la Cisl conferma e rilancia il proprio impegno contro il fenomeno della violenza di genere che, purtroppo, ha segnato negativamente anche il 2017, per cercare di affrontare e contrastare nel migliore dei modi le criticità che permangono su questo fronte e i pericoli che a volte rischiano di riportarci indietro nel tempo. Per accompagnare questi momenti di sensibilizzazione e di riflessione che faranno da corollario concreto a questa Giornata internazionale di lotta alla discriminazione femminile, la Cisl ha realizzato insieme al Coordinamento Nazionale Donne, un Manifesto, in linea tematica con quelli precedenti, recante lo slogan “Diamo un taglio al silenzio”, “per ribadire che i maltrattamenti, la violenza in famiglia, lo sfruttamento e le molestie sul lavoro e sulle vittime della tratta, non vanno sottaciuti come “affari privati” e che l’unica strada verso la libertà da ogni sopruso e violenza resta l’atto primario della denuncia”. Per la Cisl “solo così si potrà contare appieno su protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo. Nonostante innegabili progressi negli ultimi anni, ancora troppo poche le denunce, complice la scarsa informazione, la paura e spesso anche la disattenzione del legislatore, come accaduto ad esempio di recente per lo stalking con la riforma del processo penale. Occorre far sì che la violenza non resti nascosta continuando e rafforzando la nostra opera quotidiana per un cambiamento culturale di maggiore rispetto della persona e di informazione e sensibilizzazione a partire dai luoghi di lavoro, perché una società più consapevole dei suoi problemi è già a metà strada rispetto alla loro soluzione”.
”Il 25 novembre, non deve essere solo una delle tante ricorrenze, un momento di riflessione collettiva che lascia tutto com’era, ma deve fare passi avanti verso una grande alleanza tra le istituzioni, la società civile, le associazioni cattoliche e laiche, la scuola, l’università, il mondo dell’informazione, contro la prostituzione, la violenza sulle donne e l’omertà di genere” ha dichiarato – aveva dichiarato ieri Furlan alla vigilia della Giornata mondiale contro le violenze di genere. “Dobbiamo insieme crescere come società nella consapevolezza che ogni sopruso e violenza va denunciato e che le vittime hanno diritto a tutta la nostra solidarietà. Per questo continueremo a sostenere la campagna promossa dalla “Comunità Papa Giovanni XXIII”, per dare una speranza a tante giovani ragazze, aiutandole a ritrovare una vita normale e un ruolo attivo nella società nel pieno della propria dignità. Per la Cisl una risposta concreta al drammatico fenomeno della violenza di genere è il lavoro delle donne” ha poi sottolineato ricordando come ‘fondamentale’ sia il reinserimento socio-lavorativo “perché il lavoro è un grande passo verso la libertà e l’autonomia delle persone. Promuovere l’occupazione femminile resta, dunque, un elemento fondamentale per renderle più forti e meno sole, trovando così il coraggio di denunciare e cercare percorsi di riappropriazione della propria dignità e libertà. Questa è la battaglia sindacale e culturale che la Cisl vuole portare avanti, unendo uomini e donne per una giusta causa, facendo nostro l’invito di Papa Francesco a “stare con gli ultimi”, a batterci contro ogni intimidazione, per la libertà e la piena dignità di tutti” ha concluso Furlan. .
Sul tema della violenza la Cisl è “impegnata da tempo sia attraverso le azioni per l’attuazione dei principi contenuti nella ‘Piattaforma sulla prevenzione della violenza sulle donne e i minori‘ recentemente aggiornata e alla Campagna informativa permanente sulle MGF (Mutilazioni Giunte alla Fine) che dal 2009 accompagnano le nostre iniziative. A marzo 2016 la Cisl ha sostenuto la Campagna Cisl “Toghether be happy at work” con l’intento di promuovere interventi per il contrasto alle molestie e alla violenza nei luoghi di lavoro, in linea con l’Accordo Quadro Europeo sottoscritto da Cgil Cisl Uil e Confindustriadue mesi prima. In collaborazione con altre associazioni laiche e cattoliche abbiamo promosso e sostenuto diverse iniziative di prevenzione e contrasto alla violenza. In seno al XVIII Congresso Confederale (giugno 2017) la Cisl ha dedicato un momento particolare al fenomeno della Tratta, che ha visto la testimonianza diretta di alcune vittime e l’adesione della Cisl alla Campagna promossa dall’Associazione Papa Giovanni XXIII “Fermiamo la domanda”, contro la prostituzione e a sostegno della proposta di legge Bini per inasprire le misure nei confronti dei “clienti” che alimentano la speculazione da parte delle organizzazioni criminali . Importante anche l’iniziativa unitaria sulla riforma del processo penale che ha consentito lin questi giorni la presentazione dell’emendamento del Governo al collegato fiscale alla Legge di Bilancio per il 2018, per correggere finalmente il nuovo art. 162-ter del codice e impedire la possibilità di estinguere il reato di stalking tramite azione risarcitoria, come avvenuto presso il Tribunale di Torino.
Anche in occasione nella Memoria presentata nel corso dell’Audizione sulla Commissione d’Inchiesta sul Femminicidio che si è tenuta in Senato lo scorso 14 novembre, la Cisl ha ribadito il suo impegno quotidiano nella lotta contro il fenomeno della violenza di genere: “Un fenomeno che resta di enormi proporzioni e i numeri parlano chiaro: quasi sette milioni di donne hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della loro vita. Dalle violenze domestiche allo stalking, dallo stupro all’insulto verbale. E il 40,4% delle donne, oltre 8,3 milioni, è stata vittima di violenza psicologica. All’estremo c’è poi il femminicidio, fenomeno a cui assistiamo ormai quotidianamente. Più dell’82 per cento dei delitti commessi a scapito di una donna nel nostro Paese, nonostante la legge del 2013, sono classificati come femminicidi. Un problema, dunque, che necessita di una risposta non solo giudiziaria, culturale ed educativa”.
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