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Sanità privata: a Roma l’Attivo unitario di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Furlan: “Senza contratto, a rischio il diritto alla salute, vero diritto di cittadinanza”

Pubblicato il 15 Apr, 2019

Attivo unitariosanita privata1315 Aprile 2019 – “Quando parliamo di sanità dobbiamo ricordare che parliamo non solo di tanti uomini e donne del lavoro ogni giorno impegnate in questo servizio fondamentale , ma parliamo innanzitutto del diritto alla salute di chi lavora e di chi è cittadino del nostro Paese”. Così la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan oggi a Roma intervenuta insieme ai leader di Cgil e Uil Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo all’Attivo nazionale della sanità privata promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fplper chiedere il rinnovo del contratto scaduto da 12 anni.
” Sono 40 i miliardi che le famiglie italiane tirano fuori dai loro risparmi per garantirsi prevenzione e cura stanziandoli nella sanità privata a fronte di circa 150 miliardi in quella pubblica. E questo anche per i ritardi della sanità pubblica, perché non si fanno le assunzioni, non si investe, non si fanno i contratti. Non ci si dica che con quell’investimento delle famglie italiane non ci sono i soldi per rinnovare i contratti – incalza la leader della Cisl . E’ un insulto non solo all’intelligenza e al vero diritto di cittadinanza che è il lavoro, il lavoro dignitoso degli uomini e delle donne della sanità e della sanità privata, ma ancor prima di questo è un insulto ai tanti italiani e alle tante italiane, alle tante famiglie che spesso impoveriscono per potersi curare in questo nostro Paese. E mentre assistiamo ad una crescita zero, ad un impoverimento continuo delle famiglie, alla mancanza del lavoro dall’agenda del governo, la discussione si incentra sul salario minimo. Il lavoro non può diventare residuale, di secondaria importanza, rispetto alle logiche della politica.  

http://youtu.be/mzdgla3EikMDobbiamo prenderci l’impegno anche a livello confederale di assumere questa vertenza, una vertenza che ha tutte le caratteristiche di essere una cartina di tornasole di cosa significa oggi rappresentare tante centinaia di migliaia di lavoratori e di lavoratrici che da 12 anni aspettano il loro giusto rinnovo contrattuale. Tutto questo in un paese dove ogni giorno il diritto alla salute , vero diritto di cittadinanza, viene messo a rischio per la mancanza di investimenti, per la carenza di personale perché non si fanno i contratti nel privato, si rallentano quelli nel pubblico, dove dopo tanti anni siamo riusciti a rinnovare il contratto.

Sino a qualche anno fa il nostro sistema sanitario e più in generale in nostro sistema di welfare, era considerato un fiore all’occhiello, un fiore che oggi è appassito e con esso è appassita la salute ed il diritto alla salute di un paese che invecchia , un paese che certamente ha la fortuna di avere uomini e donne che vivono più a lungo ma che proprio per questo ha bisogno di servizi sanitari e di servizi alle persone degne di questo nome. Un Paese dove si continua a migrare da Sud a Nord per avere un minimo di certezza di trovare adeguate cure quando malattie complesse, quelle che danno dolore dentro le famiglie, si affacciano nella vita delle persone. Per questo non siamo solo a chiedere il rinnovo del contratto, siamo a chiedere dignità e rispetto per gli uomini e le donne che assistono e curano e per chi ha bisogno di assistenza e cura”.

La situazione degli oltre 300 mila lavoratori della sanità privata che aspettano da 12 anni il rinnovo del contratto “è una vergogna” dunque per i tre segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo che puntano poi ad un contratto unico della sanita’, pubblica e privata insieme.
. “Non rinnovare il contratto – ha dichiarato Landini – significa favorire lo sfruttamento e la precarieta”. “Da troppi anni questi lavoratori sono senza contratto e dei datori di lavoro che si rifiutano di rinnovarlo non sono da portare come esempio” , ha affermato Barbagallo. “E’ un settore importantissimo – ha fatto notare ancora Furlan – dove il dumping contrattuale, le carenze di organico, lo sfruttamento dei lavoratori si trasformano in minore qualita’ dei servizi e se non c’e’ qualita’ dei servizi non c’e’ rispetto per i lavoratori e per le persone. Le famiglie fanno spesso ricorso al privato, convenzionato e no, spendendo oltre 40 miliardi l’anno: la sanita’ privata a partire da quella convenzionata, diventa strategica accanto a quella pubblica e non e’ possibile che i lavoratori non abbiano un contratto: non e’ giusto – ha concluso – e non lo permetteremo”.

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