
“Ecco perché sarebbe importante che il Ministro Di Maio avviasse subito un tavolo di confronto con i sindacati di categoria maggiormente rappresentativi per valutare una soluzione condivisa, in raccordo con le amministrazioni locali”. La Furlan ricorda che “in molte realtà aziendali il lavoro domenicale si svolge gia’ da tempo con accordi sindacali che tutelano i diritti fondamentali come il rispetto della maternita’, la cura dei figli, la volontarietà di una prestazione che deve essere giustamente sempre retribuito in maniera dignitosa. Ma questo non avviene in tutte le aziende”. La Segretaria della Cisl, sottolinea anche che “come più volte hanno ammonito giustamente Papa Francesco e la Cei qui e’ in gioco il rispetto per la dignità della persona che anche la Cisl ha sempre posto al centro della sua azione sindacale. Un rispetto che passa anche attraverso la costruzione di un modello di società in cui la libertà dello shopping (che nessuno vuole mettere in discussione) non passi per una mortificazione del valore del lavoro o del ruolo fondamentale della famiglia. E’ quello che cerchiamo di conciliare in tanti accordi sindacali nazionale ed aziendali di categoria, anche nel settore del commercio. Garantire ai cittadini i servizi pubblici essenziali anche nelle giornate di festa non ha lo stesso valore di consentire di trascorrere, quasi fosse un “diritto”, tutte le domeniche, o anche il giorno di Natale o di Santo Stefano all’interno di un centro commerciale. Pensiamo che si possa fare a meno di una giornata di shopping anche come segno di rispetto per gli altri, senza per questo danneggiare l’economia. Tra l’altro queste stesse multinazionali che vogliono tenere aperti in Italia i loro centri commerciali, anche nei giorni di festa, non si sognano di farlo in Francia o in Germania. Se vogliamo aumentare i consumi bisognerebbe far crescere i salari e le pensioni, abbassare le tasse per le imprese che investono in formazione, innovazione e ricerca, offrire ai giovani le condizioni per un lavoro stabile e non precario”, conclude la Furlan.



