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Conti Pubblici. Furlan: “L’Europa sbaglia. Non può ignorare l’emergenza terremoto, l’accoglienza dei profughi e il problema della crescita”

Pubblicato il 2 Feb, 2017

Roma, 2 febbraio 2017. “Speriamo che il Governo Gentiloni abbia la forza e la determinazione di avere una interlocuzione di dignità con l’Europa per far valere la posizione dell’Italia”. Lo ha detto oggi a Civitanova Marche la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan a margine del Consiglio Generale della Cisl Marche che oggi ha eletto Sauro Rossi nuovo Segretario regionale del sindacato al posto di Stefano Mastrovincenzo. “Occorre stabilità politica nel paese per rispondere ai temi importanti del lavoro ma anche per occuparsi in modo molto serio della ricostruzione delle aree terremotate, soprattutto prevenire altri disastri territoriali ed altre sofferenze. Ma tutti debbono darsi da fare ciascuno assumendosi le proprie responsabilità. E’ questo il compito del governo Gentiloni oggi ma anche di tutti i livelli istituzionali e delle parti sociali” ha detto Furlan. “Sentiamo discutere tutti i giorni di nuova legge elettorale che per carità è una cosa importante ed essenziale per garantire la stabilità e l’esercizio della democrazia. Ma innanzitutto le persone, le donne e gli uomini del paese vogliono risposte sul lavoro, sul loro futuro. Il Governo deve partire da queste cose, costruendo un patto sociale con il sindacato”. Furlan ha parlato anche del braccio di ferro sui conti pubblici tra Ue e Governo italiano. “Il tema che l’Europa deve assolutamente affrontare è quello dello sviluppo e di una sana competitività sulla qualità. Per questo credo che l’Europa stia sbagliando perchè è necessario riscrivere lo statuto economico europeo e cambiare il fiscal compact che oggi è la vera palla al piede alla crescita ma anche alla dignità delle cittadine e dei cittadini europei. Occorre l’Europa politica che non può che mettere al centro il tema della crescita, del lavoro e dell’ occupazione. E poi c’è appunto il tema della ricostruzione delle zone terremotate, della messa in sicurezza delle abitazioni, del sostegno a chi ha perso il lavoro ed ogni prospettiva economica. Servono nuovi investimenti, percorsi formativi, politiche attive del lavoro, attuando la seconda parte del jobs act. Oltre al dolore per le tante vittime solo nelle Marche ci sono circa 25 mila persone sfollate e senza una casa. Proprio per questo oggi diventa incomprensibile l’atteggiamento europeo: la questione della ricostruzione e quella altrettanto importante della accoglienza dei profughi non possono essere questioni che l’Europa ignora mentre ci richiama al rispetto di pochi decimali di rapporto tra deficit e Pil”.

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