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Contratti. Calzaturiero: siglata l’ipotesi di accordo. Ora si attende il parere dei lavoratori

Pubblicato il 27 Apr, 2017

27 Aprile 2017 – Siglata nella notte l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2016-2019 del settore calzaturiero, scaduto il 31 marzo 2016. L’intesa tra Assocalzaturifici-Confindustria e i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale).  “Una trattativa complessa, non priva di conflitti” secondo la Femca Cisl ” che però ha dato vita a un’intesa molto positiva per gli oltre 8.000 addetti del settore. Finalmente introdotto il fondo di assistenza sanitaria integrativa, con un contributo di 12 euro a carico delle imprese, e con un aumento di 8 euro sul fondo di previdenza complementare. A questi si aggiungono gli incrementi salariali per un totale di 90 Euro nei tre anni. Positivo il responso anche sul piano dei diritti e delle relazioni industriali, con iniziative volte alla valorizzazione delle produzioni madeinItaly e incentivanti il reshoring”. “

Anche in questo contratto abbiamo superato quelle difficoltà, soprattutto in tema di salario, trovando una soluzione condivisa tra le parti e ripristinando quel clima di buone relazioni industriali solido e partecipativo che ha contraddistinto il settore in tutti questi anni”. Mario Siviero, Segretario nazionale Comparto Moda. 

L’intesa prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale). L’aumento sui minimi salariali è di 70 euro (4° liv.), suddiviso in tre tranche: dal 1° aprile 2017, 25 euro; dal 1° aprile 2018, 25 euro; dal 1° aprile 2019, 20 euro. 
Sul versante del welfare contrattuale, viene finalmente istituito il Fondo integrativo sanitario di settore: 12 euro a carico delle imprese, di cui 8 euro dal 1° gennaio 2019 e 4 euro dal 1° settembre 2019. Previsto inoltre un incremento (+0,5% euro, circa 8 euro), a partire dal 1 gennaio 2019, per il Fondo pensionistico complementare “Previmoda”, sempre a totale carico delle imprese.
Per tutte quelle imprese che ancora non esercitano la contrattazione di 2° livello, viene riconosciuto un elemento di garanzia retributiva: 200 euro dal 2017; 250 euro dal 2018; 300 euro dal 2019.

L’intesa  sarà ora sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione.

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