Roma, 12 Aprile 2019 – “Sulle pensioni il governo del cambiamento e del nuovo ha scelto la ricetta più vecchia che si potesse fare e che hanno fatto tutti i governi precedenti: bloccare le pensioni, allontanando così, ancora una volta, il recupero dell’inflazione”. Così la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan a Roma concludendo il convegno “L’Europa Sociale: quale futuro?” organizzato dalla Federazione dei pensionati della Cisl. “Bisogna invece ricordare il ruolo sociale importante degli anziani che hanno evitato una spaccatura generazionale nel nostro Paese” ha poi sottolineato la leader della Cisl nel suo intervento. “Ci vuole più rispetto per queste persone che hanno un ruolo fondamentale nella società italiana. Ecco perché citare, come ha fatto il Presidente del Consiglio, “L’Avaro” di Moliere è stato davvero fuori luogo” ha aggiunto la Furlan iniziando poi a parlare del Def che ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri.
http://youtu.be/Ze950Rhe0Ws“Sul decreto sulla crescita abbiamo avuto un solo incontro con il Premier” ha detto Furlan. “E’ apprezzabile aver reinserito il superammortamento ed il credito d’imposta per imprese che investono in tecnologia , ma non c’è nulla per chi investe in assunzioni e formazione dei lavoratori. Manca tutto il resto della tastiera della crescita,a partire da una riforma del fisco che renda più pesanti buste paga e pensioni, sblocco dei cantieri, attenzione sul territorio che va messo in sicurezza facendo in modo che non arrivi sempre dopo, quando le emergenze sono scoppiate. Di tutto questo nel Decreto non c’è nemmeno una riga”. Tra i “tormentoni” del momento e su cui è necessario fare chiarezza perché si tratta di “temi seri”, Furlan ha indicato anche il salario minimo per legge su cui le forze politiche si stanno fronteggiando. “Sul salario minimo per legge sta diventando una rincorsa a chi la spara più grossa – stigmatizza la leader della Cisl – Non sanno, ad esempio, che il salario non è la paga oraria ma la composizione di più elementi quali la produttività, la tredicesima, il welfare aziendale ed altro ancora. Per loro diventa merce ed elemento di propaganda e di scontro tanto a pagare sono altri. C’è il rischio che con il salario minimo i lavoratori, dal mese dopo, guadagnino di meno ed alcune aziende si sfilino dalle associazioni datoriali, scegliendo il salario minimo e non i contratti nazionali. Così le persone guadagneranno meno e si troveranno con meno tutele e welfare”. Riguardo al tema del convegno Furlan sottolinea che per un’Europa sociale anche il sindacato europeo Ces deve rinvigorire la sua azione con il contributo dei sindacati dei diversi Paesi e puntare a realizzare “una contrattazione con le multinazionali per creare condizioni di lavoro migliori ed uguali per tutti i cittadini”.
Il Convegno di oggi è stato organizzato dalla Fnp Cisl per affrontare i temi legati alla realizzazione di una vera Europa sociale, in cui sia possibile portare avanti gli ideali e le proposte di Ventotene. Svoltosi a Roma all’Università “San Tommaso D’Aquino”, all’incontro sono intervenuti, oltre alla Segretaria generale della Cisl ed al Segretario generale della Fnp Cisl Gigi Bonfanti, che ha chiuso i lavori, anche economisti e professori come Jean-Paul Fitoussi e Giulio Sapelli, Luigi Campiglio e Stefano Bartolini.
http://youtu.be/8aXiwNzVta4Ad aprire i lavori il segretario della Fnp Cisl, Gigi Bonfanti, che ha sottolineato il momento importante che stiamo attraversando, sia dal punto di vista nazionale sia da quello europeo. “Uno scenario – ha sottolineato Bonfanti – in cui come sindacato abbiamo il dovere di essere presenti sui territori per far capire a tutti quanto sia importante andare a votare se vogliamo davvero parlare di democrazia. L’altro tema importante è che anche noi come molti non siamo contenti di questa Europa ma, a differenza di altri, abbiamo sempre cercato di proporre soluzioni piuttosto che fare leva sugli errori di questi anni. Credo sia arrivato il momento – ha proseguito Bonfanti – di cominciare a lavorare per realizzare un’Europa dove i sistemi fiscali non siano concorrenti, un’Europa che abbia una politica estera unica, un’Europa in cui ci siano diritti uguali per tutti i lavoratori e pensionati, un’Europa che contempli la diminuzione delle disuguaglianze.”
Dopo i saluti di Bonfanti è stata la volta dell’economista Giulio Sapelli, secondo il quale “l’Europa, se davvero vuole continuare ad esistere, deve darsi un cambiamento importante perché un’Europa così come quella attuale non ha futuro”.
Interessante anche l’intervento di Stefano Bartolini, professore di Economia politica all’Università di Siena, che ha sottolineato l’importanza ancora fondamentale del sindacato per la nostra società: “Un sindacato che deve farsi promotore del cambiamento senza aspettare le decisioni della politica in quanto rappresentante dei diritti di tutti, lavoratori e pensionati, ma che per fare ciò deve abbandonare la sua vecchia impostazione”. Dopo Bartolini un lucido e profondo Luigi Campiglio ha rimarcato quello che dovrebbe essere il tratto distintivo della nostra Europa: la solidarietà tra i Paesi europei che, al contrario, nei nostri tempi registrano solo una forte competizione che non porta alcun vantaggio a nessuno.
Stimolante, infine, l’intervento del professor Jean-Paul Fitoussi, che ha espresso grande gioia per i temi affrontati nel corso del convegno. “Sono contento di partecipare ad un incontro organizzato dal sindacato – ha affermato Fitoussi – perché il sindacato rappresenta la pietra miliare della nostra democrazia. Parlare di sociale rappresenta il punto di partenza per qualunque istituzione che si voglia dire vicina ai bisogni dei popoli. E’ proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno: un’Europa che sia vicina alle persone più fragili, che garantisca la sopravvivenza e la protezione dei più bisognosi e questa istituzione e lo Stato sociale”.