Roma 8 Aprile 2020 – ”Il governo ci convochi. C’è bisogno di fare chiarezza e di confrontarci su un tema così delicato”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in merito alla lettera inviata oggi insieme ai Segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Carmelo Barbagallo, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per sollecitare la convocazione di un incontro. “Un incontro -si legge nella lettera – ‘al fine di confrontarsi anche sui problemi relativi all’applicazione del protocollo della sicurezza nei luoghi di lavoro ed alle decisioni che il Governo intende assumere in relazione alle attività sospese per ora fino al 13 aprile prossimo perché considerate non essenziali”.
“Dobbiamo evitare il fuggi fuggi delle imprese: ci vogliono criteri, ci vuole il rispetto rigoroso del protocollo sulla sicurezza, verifiche e controlli. – sottolinea la leader della Cisl precisando che “la cosa deve essere fatta con grande, grande, grande serietà e senso di responsabilità da parte di tutti. Dobbiamo trovare tempi e modi per gestire tutti assieme, questa fase così delicata. Come abbiamo gestito la fase che ha portato alla sospensione delle attività economiche, allo stesso modo dobbiamo lavorare e monitorare questa fase che forse è ancora più delicata della prima perché legata alla indispensabile ripartenza del paese”, aggiunge. “Certo, i tempi sono molto stretti e il 13 aprile è appena dietro l’angolo. Ma la fretta, per la Cisl, non sarebbe in questo caso una buona consigliera. Le cose devono essere fatte bene e al momento giusto. Quindi se quella data può essere rispettata meglio ma se servirà qualche altro giorno ci prenderemo tutti qualche giorno in più’.
Circa l’appello unitario che le Confindustrie di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte hanno girato al governo affinché si eviti un prolungamento del lockdown: “Pone delle questioni vere” ha osservato. Per questo “ci vuole un incontro tra governo e parti sociali per definire quando si riapre, come si riapre e chi riapre sapendo che abbiamo bisogno di far ripartire tutto il paese ma in totale sicurezza dei lavoratori per non disperdere i sacrifici fatti finora”.
“Mi pare peraltro che la lettera delle grandi associazioni industriali del Nord vada comunque in questo senso: non dicono facciamo da soli, dicono vogliamo, attraverso il confronto e la partecipazione, gestire con i soggetti di rappresentanza istituzionale e le parti sociali, questo momento così delicato e importante’ ossserva. Ma il tema, prosegue Furlan, deve essere ”come si rende compatibile la riapertura delle attività con le garanzie di sicurezza per i lavoratori indispensabile soprattutto per quelle zone del paese per le quali tutte le sere arrivano ancora bollettini di guerra. Bisogna assicurare che la riapertura delle aziende porti alla ripartenza del Paese, non alla ripartenza del Coronavirus. Non possiamo assolutamente vanificare il lavoro fatto finora: faremo un errore tragico per tutto il paese”, aggiunge. Per questo ”dobbiamo capire come le aziende si sono attrezzate, capire quale possa essere l’esigibilità di tutti gli strumenti di sicurezza, e intendo i kit a disposizione per ogni lavoratore. In una parola quale sia il grado di applicazione del Protocollo firmato sulla sicurezza. Questo è fondamentale, diversamente diventa rischioso e non possiamo permetterci rischi” conclude Furlan.