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Ex Ilva. Furlan: “Ripartiamo dall’accordo con Arcelor e dagli investimenti previsti per risanare l’ambiente e tutelare l’occupazione”.

Pubblicato il 8 Gen, 2020

Roma, 8 gennaio 2020 – “”Dobbiamo ripartire dall’accordo che c’è, ArcelorMittal si è impegnata ad investire 4 miliardi. Se poi ci sarà anche un’implementazione attraverso il governo o altri soggetti finanziari per fare ancora di più noi al meglio non poniamo limiti”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan ai microfoni di Radio 24 sull’ex Ilva alla luce della decisione del Tribunale del Riesame di Taranto che ieri ha accolto il ricorso dei commissari dell’impianto tarantino che chiedevano una proroga per i lavori nell’Altoforno 2, annullando così il provvedimento del giudice monocratico che il 10 dicembre scorso aveva decretato lo spegnimento dell’impianto.  “Si deve ripartire dall’unica cosa seria e vera, ovvero l’accordo siglato con il sindacato” ha ribadito dicendo di fidarsi “di un accordo che prevedeva tutele sindacali e del lavoro senza rinunciare a 4 miliardi di investimenti. E’ da quello che dobbiamo ripartire” torna a sottolineare. Per Furlan “sarebbe davvero negativo non coinvolgere le organizzazioni sindacali, attraverso la contrattazione, nel processo di trasformazione dell’ex Ilva, ciò significherebbe non riconoscere i lavoratori e i loro sacrifici.  Quanto alle valutazioni, giunte sempre ieri,  sugli interventi della gestione Riva in materia ambientale “non credo che abbiano ripercussioni sul negoziato” ha detto osservando che “a Taranto i Riva hanno fatto a sufficienza, sul piano del risultato ambientale non è stato fatto abbastanza, ma questo riguarda il passato, ora – ha concluso – bisogna guardare al futuro”.

Circa i rapporti con il nuovo Governo e la manovra approvata a fine anno Furlan ha affermato di non vedere discontinuità con il precedente esecutivo sui temi della crescita ed è  tornata a parlare della piattaforma unitaria presentata un anno fa’ i cui contenuti sono “i veri aspetti da affrontare per far ripartire il Paese”. “Non servono i sorrisi, è sulla concretezza che siamo abituati a giudicare i governi. Non vedo discontinuità tra l’attuale governo ed il precedente. Sui temi come l’immigrazione, ad esempio, mi aspettavo che il Conte bis cambiasse i decreti sicurezza, bastava leggere quello che aveva scritto il presidente della Repubblica per sapere come doveva essere cambiato” inoltre “la riduzione del cuneo fiscale e’ troppo poco rispetto a quello che ci aspettavamo” – ha aggiunto ricordando la piattaforma unitaria presentata un anno fa “assieme a Landini e BarbagaIlo al governo Conte 1, per dire come vogliamo che cambi il paese”.

“Ecco, per me quella piattaforma rimane valida. Quelli contenuti nella piattaforma sono gli aspetti da affrontare, non parlando di articolo 18 revival, di articolo 18 del secolo scorso, ma bisogna parlare di come investire in ricerca, in infrastrutture, in innovazione, di come fare una riforma fiscale facendo pagare meno tasse a chi lavora. Su questo voglio attivare un confronto vero. Per me – ha ribadito – rimane valida la piattaforma unitaria, purtroppo i problemi rispetto ad un anno fa non sono cambiati, perche’ non si fanno le cose che si devono fare, si da’ troppo poco spazio al tema vero: come fare crescere il Paese e come, attraverso la crescita, creare lavoro”.

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