1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Primo Piano
  6. /
  7. Infrastrutture. Partita da Genova...

Infrastrutture. Partita da Genova la campagna nazionale della Cisl. Furlan: “Le Grandi opere indispensabili per la crescita, il bene delle comunità, l’occupazione”

Pubblicato il 30 Ott, 2018

Convegno Genova2Genova, 30 ottobre 2018 –  “Le infrastrutture sono necessarie per la crescita e lo sviluppo del paese”. A ribadirlo la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan e Luigi Sbarra Segretario generale aggiunto in occasione del convegno “Infrastrutture: per una stagione di maggiore efficacia con al centro il lavoro, la sicurezza e lo sviluppo sociale”, organizzato dalla Cisl con l’obiettivo di sviluppare riflessioni e proposte comuni sul delicato tema delle infrastrutture nel Paese.


http://youtu.be/iPj4XkZUtcA“Oggi, da Genova lanciamo a livello nazionale la campagna della Cisl sulle infrastrutture e sulle grandi opere così indispensabili per la crescita, il bene delle comunità, l’occupazione” ha detto Annamaria Furlan. “Abbiamo scelto Genova – ha spiegato – per lanciare a livello nazionale un appello forte al governo, alle istituzioni e alla politica: basta con questi ritardi inaccettabili. Le infrastrutture – osserva la leader della Cisl in un lungo dialogo con il giornalista Paolo Del Debbio  – non sono belle o brutte, buone o cattive. Sono elementi importantissimi per la crescita del Paese, non ne possiamo fare a meno. In questi anni abbiamo toccato con mano che cosa significhi per l’Italia essere cosi’ in ritardo sullo sviluppo infrastrutturale: significa limitare moltissimo lo sviluppo del Paese e l’occupazione. Il paese ha bisogno di partire dalle infrastrutture e dal rispetto del suolo.. Senza investimenti pubblici seri su questo fronte, l’economia del paese non parte come dimostrano i dati di oggi del pil. E’ evidente che c’e’ un ritardo politico ed un pregiudizio culturale sulle grandi opere. Soprattutto il Sud e’ completamente tagliato fuori dall’Europa senza la costruzione di grandi reti infrastrutturali. Le risorse ci sono, circa 100 miliardi immediatamente spendibili. E noi incalzeremo il Governo, la politica e le istituzioni locali a sbloccare le opere gia’ cantierate ed far partire i nuovi progetti” sottolinea chiedendo al governo di “uscire da questa logica dello scontro, della politica sempre a fiato corto e lavorare per il futuro. Quando si governa, il punto non e’ la quantita’ di risposte che si danno alle promesse fatte in campagna elettorale ma come si riesce a rilanciare con forza il Paese. Vorrei che ci ponessimo il tema di come sbloccare questo fermo economico che rischia di metterci in ginocchio per i prossimi anni. Bisogna avere la capacita’ di creare il futuro per le prossime generazioni e non mi pare che questa continua diatriba contro le infrastrutture vada in questa direzione”.
“Le opere pubbliche servono al Paese per migliorare la vita dei cittadini e ridurre quel costo aggiuntivo che limita la nostra capacità competitiva. Di 37 grandi opere strategiche programmate negli ultimi 15 anni, solo 11 sono quelle arrivate al traguardo. Sono in ballo 330 mila posti di lavoro e 75 miliardi di euro che avrebbero una ricaduta positiva sull’economia nazionale. Sono maggiori investimenti in infrastrutture, ma anche quelli in innovazione, ricerca, formazione, scuola, a fare da moltiplicatore per la creazione di posti di lavoro. Anche sulla pubblica amministrazione il Governo deve mettere piu’ risorse nella manovra per sbloccare la contrattazione con il sindacato sull’ innovazione, le nuove competenze dei lavoratori e digitalizzazione. Questa è la vera manovra espansiva per la crescita che servirebbe al Paese, la sfida da lanciare all’Europa in nome dello sviluppo”.

http://youtu.be/611GOUNUSF4“Occorre dare respiro nazionale alla sfida da cui dipende il futuro del Paese, il lavoro dei nostri giovani, la produttività delle nostre imprese” ha incalzato il Segretario generale aggiunto Luigi Sbarra. “Questo sono per noi Tav, Terzo Valico, Pedemontana e quella Gronda che avrebbe salvato 43 vite. Chiediamo al Governo quale sia il disegno che ha in mente sulle infrastrutture che nel nostro Paese sono in via di abbandono e di sgretolamento. La nostra domanda non è retorica, è supportata da proposte concrete e dalle ripetute iniziative che abbiamo fatto in questi ultimi mesi.  Siamo qui per rinnovare il nostro impegno su un tema assolutamente importante  e delicato per il futuro del Paese. Ed è una proposta la nostra, che sosteniamo da tempo e che abbiamo voluto formalizzare nella piattaforma unitaria che nei giorni scorsi iniseme a Cgil e Uil abbiamo condiviso e presentato circa le nostre proposte e le nostre proposte nel rapporto con il Governo sui temi della politica economica e finanziaria”.

“Genova non puo’ continuare ad aspettare” ha proseguito Furlan entrando nello specifico della situazione in cui versa il capoluogo ligure sul quale in apertura dei lavori è stato proiettato un toccante video dal titolo ‘Genova ferita’. “Occorre passare alla fase di progettazione e realizzazione del ponte. E’ indispensabile per l’intero Paese. Oggi bisogna far partire l’opera. I tempi non sono brevissimi, ma piu’ si va avanti, piu’ si accumulano ritardi non piu’ ammissibili. Il ponte significa ricostruzione di un tessuto infrastrutturale indispensabile per i genovesi e per l’economia genovese, ma non solo: il porto e’ quello piu’ importante dal punto di vista logistico del Paese e i ritardi non sono piu’ ammissibili”.

E soffermandosi poi sul parere negativo del Comune di Torino al completamento della Tav: “quello che è successo ieri a Torino è molto grave – ha detto.  Non solo perche’ e’ stato impedito all’opposizione di parlare. Si e’ deciso di compensare la decisione sul gasdotto pugliese, bloccando la Tav. Governare il Paese è una cosa seria e gravosa. Bisogna guardare al paese tra 20 anni non alle elezioni dei prossimi mesi. E’ inaudito che il Comune abbia deliberato contro un’opera strategica per tutto il Paese. Ci vuole una presa di coscienza diversa se vogliamo creare un futuro: dobbiamo guardare oltre i confini del Paese. La mobilita’ e’ un diritto della cittadinanza. Non credo sia un caso che ieri a Torino tutte le forme associative che rappresentano il lavoro abbiano detto di aver bisogno di questa grande e importante opera, che puo’ diventare un simbolo di un’Italia che non si arrende a non andare avanti, a non puntare sullo sviluppo e a non puntare sul lavoro”. 

Condividi