“Per far crescere il Paese, bisogna puntare all’aumento della produttività e delle retribuzioni. Produttivitá che deve essere stimolata e redistribuita sulle buste paga attraverso la contrattazione decentrata, aziendale e territoriale, in modo da far crescere i salari, far progredire innovazione, formazione, ridurre gli orari e consolidare il benessere lavorativo. Questo è il modello che la CISL propone, mettendo al centro la persona e la partecipazione, coniugando la crescita dell’impresa con quella del lavoratore”. Così la Segretaria Generale della Cisl, Daniela Fumarola oggi a Milano, presso la sede di Assolombarda, intervenendo alla tavola rotonda su “Contrattare il Tempo: sfide e prospettive per il lavoro che cambia” nell’ambito della seconda edizione di Relind, Forum delle Relazioni Industriali 2025.
“La nostra proposta è quella di sperimentare in 100 imprese medio-grandi, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, su base volontaria, attraverso la contrattazione di secondo livello, sostenuta da incentivi e leve fiscali. Bisogna costruire insieme una grande alleanza tra le parti sociali, in un clima di fiducia reciproca e di protagonismo di imprese e di lavoratori, rifinanziando adeguatamente e applicando la legge 76 sulla partecipazione, in modo da dare risposte concrete per la crescita del Paese. Anche per questo la Cisl sarà in piazza a Roma il prossimo 13 dicembre, con l’obiettivo di migliorare la Manovra e di guardare anche oltre, verso un nuovo Patto per il lavoro, la crescita, la coesione”.
“Nel nostro Paese la copertura dei contratti collettivi nazionali supera il 95% della platea dei lavoratori. Noi pensiamo che la regolazione della rappresentanza debba essere lasciata alle relazioni industriali e quindi alla libera ed autonoma negoziazione tra le parti sociali, perché è dimostrato che è in quella sede che si riescono a trovare le migliori soluzioni flessibili per il mondo della produzione. Noi rifuggiamo da ogni intervento legislativo calato dall’alto sulle materie lavoristiche. Sbagliato dare alla politica un pezzo fondamentale di democrazia economica del Paese”.
E a margine dell’iniziativa la leader della Cisl si è espressa sul tema fiscale respingendo l’idea di introdurre nuove imposte: “Come CISL riteniamo che non sia necessario introdurre nuove tasse: è fondamentale far rispettare quelle già esistenti. Lavoratrici, lavoratori e pensionati pagano fino all’ultimo centesimo e contribuiscono a oltre l’80% del gettito fiscale. È dunque sulla lotta all’evasione che bisogna incidere con decisione, facendo pagare tutti in modo equo, compresi coloro che oggi beneficiano della flat tax. Solo così garantiamo risorse per sanità, welfare e scuola. Ribadiamo l’esigenza di applicare pienamente il principio costituzionale della progressività e chiediamo l’avvio di un tavolo serio di confronto sul fisco che semplifichi le norme esistenti e assicuri un sistema fiscale più giusto e sostenibile”.
Quanto alla manovra del Governo: “Sulla Legge di Bilancio abbiamo espresso un giudizio articolato: ci sono interventi positivi, alcuni frutto delle nostre richieste, a partire dal sostegno al ceto medio con la riduzione delle aliquote IRPEF. Abbiamo sollecitato un ulteriore sforzo fino a 60.000 euro di reddito e la sterilizzazione della fascia dei 200.000 euro. Bene anche le misure per famiglie, donne e giovani, così come gli stanziamenti per la sanità e per il Sud, che deve continuare il percorso virtuoso avviato con la ZES perché c’è bisogno nel Paese di avere un Sud, un Sud forte”, sottolinea. “Noi non esauriamo la nostra attività con la manovra, perché restano nodi irrisolti, a cominciare dal mancato rifinanziamento del Fondo per la partecipazione previsto dalla legge 76 del maggio 2023, una misura importante che riguarda il mondo del lavoro e la cultura partecipativa nelle comunità. Per questi motivi, – ribadisce la leader della Cisl – il 13 dicembre come Cisl saremo in piazza a Roma: non ci fermiamo alla manovra. Dobbiamo guardare al futuro del Paese dopo il 2026, quando termineranno le risorse del PNRR. Serve una grande alleanza tra istituzioni, parti sociali e imprese per costruire insieme un progetto di sviluppo che dia prospettiva e sicurezza all’Italia”.










