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Lavoro. Sbarra: “Protocolli ed intese per rendere i posti di lavoro Covid free. Sindacati e imprese verso il ripristino di un metodo di lavoro partecipato”

Pubblicato il 7 Set, 2021

“Come Cisl abbiamo sempre detto che il green pass è uno strumento importante per mandare in profondità la campagna vaccinale. Eravamo e restiamo contrari ad iniziative unilaterali perché molte incertezze legislative ed anche tante fughe in avanti di imprese non possono determinare tensioni, contrapposizioni, trasformando i luoghi di lavoro in un campo di battaglia”. Lo ha detto stamattina a Radio Anch’io il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra.

“Abbiamo detto che serve la massima chiarezza. Oggi l’ingresso nei luoghi di lavoro non prevede né l’obbligo vaccinale, né il green pass. Piena disponibilità al Governo ed alle associazioni datoriali a costruire soluzioni contrattuali che migliorino e rafforzino la sicurezza negli ambienti lavorativi. Ieri sera su questi temi abbiamo incontrato Confindustria ed a seguire Confapi. Sono stati incontri molto positivi dopo settimane e mesi di mancato confronto. Le riunioni ci hanno aiutato a ripristinare un metodo di lavoro partecipato, fissando alcune questioni per noi assolutamente determinanti.

Abbiamo apprezzato la convergenza almeno su tre punti: un sostegno condiviso ad una svolta legislativa che introduca l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini. Importante che Confindustria e Confapi condividano questa impostazione di chiedere e sollecitare il Governo ed il Parlamento ad adottare urgentemente questa norma.

C’é poi una comune volontà di rafforzare e trasformare i luoghi di lavoro in ambienti Covid free regolando meglio, attraverso i protocolli, le intese sulla sicurezza anche negli spazi comuni e migliorando le relazioni industriali.
E poi una terza questione: se il Governo, nelle more dell’intervento legislativo sull’obbligo vaccinale, adotterà una norma legislativa che preveda l’obbligo del green pass negli ambienti lavorativi del sistema pubblico e privato, abbiamo riscontrato la disponibilità delle imprese a sostenere che i costi dei tamponi non ricadano sui lavoratori. A tal proposito il presidente di Confapi ci ha comunicato che le loro aziende associate stanno già effettuando a loro spese i tamponi per i dipendenti delle piccole imprese. In ogni caso siamo pronti ed impegnati per sostenere come sindacato la campagna pro-vaccini anche con assemblee nei luoghi di lavoro aperte al contributo di medici, virologi ed esperti della comunità scientifica”.

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