La CISL conferma il proprio giudizio articolato su una manovra elaborata in un contesto fortemente condizionato dai vincoli europei, dalla procedura per deficit eccessivo e da una crescita economica debole: fattori che riducono i margini di intervento ma rendono ancora più indispensabile un metodo fondato sul confronto, sulla partecipazione e sulla corresponsabilità. E’ quanto sottolinea la Confederazione di Via Po in una nota, commentando la Legge di Bilancio definitivamente approvata oggi dal secondo ramo del Parlamento.
Nel complesso, la Cisl riconosce alcuni elementi che vanno nella direzione sollecitata dal sindacato di via Po. Giudica positivamente l’introduzione di misure a sostegno della redistribuzione degli utili d’impresa attraverso la partecipazione dei lavoratori e la contrattazione decentrata, fondamentali per favorire l’aumento dei salari e della produttività.
Bene gli interventi sul ceto medio, in particolare la riduzione della seconda aliquota IRPEF, con un meccanismo che esclude i redditi più elevati, la detassazione sui premi di risultato negoziati nella contrattazione decentrata, come pure quella sul lavoro a turni, notturno e festivo. Sugli sgravi legati agli incrementi retributivi dei contratti nazionali avanziamo nella giusta direzione assicurando una soglia più alta e maggiore inclusività rispetto alla norma originale.
Giudizio favorevole anche sullo stanziamento, nel 2026, di oltre 6 miliardi per la Sanità: una dotazione da incrementare ulteriormente per arrivare rapidamente a standard europei nel rapporto con il Pil.
Dal pressing Cisl nascono anche le misure volte a promuovere la previdenza complementare, come l’adesione automatica dei neoassunti salvo recesso, che può rappresentare un’opportunità importante soprattutto per giovani, donne e lavoratori delle piccole imprese.
Positive inoltre le risorse destinate agli investimenti e alla ZES unica, rispetto alle quali la CISL segnala la necessità di introdurre adeguate condizionalità sociali e formative.
Accanto a questi aspetti, il sindacato guidato da Daniela Fumarola esprime alcune criticità, a cominciare dalle scarse risorse nel comparto Scuola, Università e Ricerca.
In materia pensionistica sbagliata l’abrogazione della possibilità, introdotta solo un anno fa, di utilizzare la previdenza complementare per l’accesso al pensionamento a 64 anni e con l’uscita dal perimetro negoziale del contributo contrattuale a sostegno dei fondi pensione. Desta inoltre preoccupazione la cancellazione di Opzione Donna.
Sul fronte delle politiche sociali e del lavoro, la riduzione del diritto alla NASpI anticipata rischia di penalizzare i percorsi di autoimprenditorialità dei disoccupati e le risorse dedicate alla non autosufficienza risultano lontane dai livelli di stanziamento necessari per fronteggiare i reali fabbisogni di assistenza.
La Cisl resta poi radicalmente contraria ad ogni forma di condono fiscale o edilizio, insieme al taglio dei fondi destinati ai servizi per icittadini prestati anche in forma sussidiaria come nel caso dei CAF.
La Legge di Bilancio rappresenta per la CISL il primo tassello di una fase che deve essere improntata a un dialogo strutturale, fondato su obiettivi condivisi e responsabilità reciproche. Per questo il sindacato di via Po chiede l’apertura di un tavolo di confronto organico su salari, formazione e produttività, previdenza e fisco, welfare e politiche sociali. L’obiettivo, anche in vista della fine del PNRR, è un nuovo patto sociale tra soggetti riformisti capace di tenere insieme regole di bilancio, crescita economica, stabilità, sicurezza e qualità del lavoro, equità e coesione sociale.
Questa, per la Cisl, la strada per rafforzare il Paese offrendo risposte concrete, eque e durature a lavoratori, pensionati, famiglie e imprese.
Manvora. Cisl: “Giudizio articolato su una legge di bilancio condizionata dai vincoli europei: ora serve un confronto strutturale su salari, pensioni, fisco e welfare”



