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Mezzogiorno: incontro Governo sindacati. Furlan: “Serve un piano straordinario che metta al centro gli investimenti, la fiscalità di vantaggio,le infrastrutture, l’ innovazione e la formazione”

Pubblicato il 29 Lug, 2019

Incontro sindacati Conte sul Mezzogiorno3Roma, 29 luglio 2019 -“Serve una scossa forte nel  Mezzogiorno. Ci vuole un piano straordinario, coinvolgendo tutti i ministeri e tutto il governo, un piano opportunamente finanziato ma anche la capacita’ di realizzazione dei progetti, con un monitoraggio costante”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan al tavolo governo parti sociali, a Palazzo Chigi, il secondo voluto dal premier Conte in vista della manovra che l’Esecutivo, come annunciato, presenterà non prima del mese di settembre. Al centro dei diversi incontri di oggi, che si chiuderanno in serata con Abi e Ania, la predisposizione di un Piano per il Sud. Presenti al tavolo insieme ai Segretari generali di Cgil Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo che hanno aperto la lunga serie di incontri, il premier Giuseppe Conte, il vicepremier, Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi e il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

http://youtu.be/36D4EIcmVRE Per la Cisl sono “fondamentali la fiscalita’ di vantaggio, le infrastrutture materiali ed immateriali, l’innovazione, la formazione –  ha proseguito la leader della Cisl.  Dobbiamo definire le priorità ma occorre anche una verifica costante, occorre una responsabilità complessiva del governo. Il Sud ha carenze infrastrutturali fortissime: la banda larga in molte parti del sud è sconosciuta. Nel sud c’è una grave dispersione scolastica che incide in modo negativo sulla crescita, mentre ogni anno emigrano migliaia di giovani laureati. Siamo molto attenti a quelli che arrivano nel nostro paese- conclude Furlan- e molto distratti rispetto ai nostri giovani che emigrano”. 

“Ancora oggi abbiamo avuto questo incontro di ascolto da parte del Governo su un tema per  noi assolutamente fondamentale, la questione Sud, quindi che tipo di politica occorre per attivare finalmente la crescita e la dignità del lavoro in questa parte importante del Paese” ha dichiarato la Segretaria generale della Cisl ai microfoni di Labor Tv ricordando come ciò sia anche frutto della grande manifestazione unitaria nazionale svoltasi lo scorso 22 giugno a Reggio Calabria cui hanno  partecipato “tanti uomini e tante donne del mondo del lavoro  provenienti da tutto il Paese. “Un dato questo molto molto importante” ha tenuto a sottolineare. “C’è la convinzione, sicuramente da parte nostra, mi sembra anche del Governo, che se non cresce il Sud, non cresce complessivamente il Paese”.

Nel corso dell’incontro le tre confederazioni hanno presentato al governo la piattaforma unitaria per il rilancio del Sud messa a punto nel mesi scorsi, nella quale sottolineano come per il rilancio del Mezzogiorno, sia necessaria ed urgente  “una politica economica non più soltanto orientata al superamento della crisi, ma espansiva e capace di far ripartire la produzione ed i servizi nonché di generare quel processo di redistribuzione della ricchezza che è mancato in questi anni”. Un rilancio che per Cgil Cisl e Uil deve partire dagli investimenti, le infrastrutture e che non “deve essere demandato solo ai fondi comunitari e al fondo sviluppo e coesione”. In particolare Cgil, Cisl e Uil chiedono il rispetto della clausola per la ripartizione territoriale dell’80% del fondo sviluppo e coesione al Mezzogiorno e la possibilità di far assumere, anticipatamente, impegni di spesa giuridicamente vincolanti alle Amministrazioni Pubbliche. “Negli anni – è la denuncia che i sindacati hanno tenuto a sottolineare – vi è stato un sostanziale e graduale abbassamento dei trasferimenti nel Mezzogiorno, sia per la spesa corrente che in conto capitale. È, quindi, necessario applicare la clausola del 34% e monitorarla, garantendo, quindi, i trasferimenti in base alla percentuale della popolazione residente, ed assicurando il ripristino dell’equità nei trasferimenti, al fine di restituire alle politiche di coesione il carattere di effettiva addizionalità”.

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